E’ iniziato un nuovo cammino per la diocesi di Trani-Barletta-Bisceglie: si è celebrata ieri, domenica 14 gennaio, l'ordinazione episcopale di Monsignor Leonardo D'Ascenzo, che è diventato ufficialmente Arcivescovo della diocesi. Il Palazzetto dello sport "Spartaco Bandinelli" di Velletri era gremito, c'erano centinaia di fedeli appartenenti alla diocesi d'origine di Mons. Leonardo D'Ascenzo e altrettanti son giunti nel Lazio dalla diocesi presso la quale don Leonardo espleterà il suo mandato. Ieri è stato ordinato vescovo nella cerimonia presieduta dal pastore di Velletri-Segni, Mons. Apicella.
Il monsignore valmontonese, ha ricevuto il titolo di Arcivescovo per l'incarico che gli è stato assegnato nell'arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie. Il nuovo vescovo ha abbracciato tutto il Palazzetto con un giro commovente tra gli spalti per salutare tutti i partecipanti che lo hanno accolto commossi e con un lunghissimo applauso.
Nelle settimane scorse D'Ascenzo ha anche scelto il suo motto e il suo stemma, nel quale vi è un esplicito riferimento simbolico alla sua terra d'origine: Valmontone. "Messis Quidem Multa" è il motto che campeggia alla base dello stemma. “La messe è molta ma gli operai sono pochi. Pregate perciò il padrone del campo perché mandi operai nella sua messe. Al centro le colline e la valle sono un riferimento al paese natale Valmontone, città adagiata su vari colli e valli, Vallis montanae”. La stella piccola, che sovrasta il paesaggio, è riferita a don Leonardo in quanto richiama il cielo stellato dei tanti campi scuola estivi, passati in tenda, che hanno segnato la sua storia vocazionale. Una strofa della preghiera che tutte le sere veniva cantata attorno al falò recita: “Quante stelle, quante stelle, dimmi tu la mia qual è. Non ambisco la più bella, basta sia vicino a Te. Io sono la radice e la stirpe di Davide, la stella radiosa del mattino”.
Poi, parlando si sé don Leonardo: “Il mio è stato un cammino molto lineare, senza eventi straordinari o traumatici che mi abbiano orientato verso la vocazione. Sono diventato sacerdote attraverso l'ordinario e, dunque, il mio primo grazie è a Dio e, poi, a Papa Francesco, per avere colto l'ordinarietà del mio vissuto. Lui, da buon gesuita, in fatto di discernimento se ne intende e a lui, che ha avuto in me fiducia, mi affido con riconoscenza”. E poi tanti altri ringraziamenti alla sua famiglia e a tutti coloro che hanno formato don Leonardo e condiviso il suo percorso. Poi ha concluso così: “Nel nome di Maria, Madre di tutte le grazie, possa essere questo il momento dell'inizio di una rinnovata e straordinaria esperienza con Gesù, da condividere con tutti voi”.
*Foto di Roberto Benedetti
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