Categorie: Economia

E.Di.Ma.S. Master pianificazione e gestione di crisi ed emergenze

C'è tempo fino al 15 marzo per iscriversi ai master universitari per la prevenzione, la progettazione territoriale strategica e la gestione di crisi e di emergenza. In un contesto sociale, economico e territoriale in rapida evoluzione, denso di rischi non adeguatamente percepiti, le situazioni di crisi e di emergenza stanno diventando sempre più frequenti, vaste e complesse.

Il Centro Studi E.Di.Ma.S. ritiene che questo trend globale si debba affrontare attraverso uno strutturale ripensamento dei modelli culturali e operativi, per questo motivo sono nati i progetti formativi multidisciplinari, radicalmente innovativi, per costituire uno standard affidabile di livello europeo e internazionale.

Presso l’Università degli Studi de l'Aquila, città divenuta simbolo dell'inadeguatezza di fronte alle emergenze, sono stati così attivati i primi due master universitari di II livello:

• Official of Disaster and Emergency Management (O.D.E.M.)

• Emergency Management of Civil Protection (E.M.C.P.)

I master sono finalizzati alla formazione dei “Prevention Manager” (coordinatori della pianificazione strategica e integrata) e degli “Emergency Manager” (coordinatori della gestione di crisi e emergenze), due nuovi percorsi professionali multidisciplinari, rivolti a ingegneri, architetti, geologi, economisti, giuristi, medici, psicologi, sociologi, esperti ambientali, già operanti nei settori pubblico e privato, ed anche naturalmente, ai giovani neo laureati ed anche ai diplomati con comprovate esperienze che potranno partecipare come uditori con accesso alla successiva Certificazione della competenza.

Due proposte formative basate sul trasferimento delle conoscenze teoriche e delle competenze pratiche che, superando i limiti delle pianificazione di settore e del disaster management, pongono al centro il modello della progettazione strategica e integrata territoriale, certamente più adeguato. Con un set di skill manageriali profondamente ripensato e assolutamente inedito nello scenario nazionale, sarà possibile prospettare ai territori una diversa e concreta possibilità di progettazione leggera, orientata a integrare e valorizzare altre già esistenti, e facilitare così l’accesso ai finanziamenti europei diretti e indiretti, con il fine di migliorare la qualità della vita ed aumentare la sempre più necessaria resilienza sistemica territoriale.

Proprio nella convinzione che queste nuove figure potranno rivestire un ruolo chiave in un nuovo modello di sviluppo del nostro Paese, i percorsi formativi sono attuali, concreti e sostenibili, anche da punto di vista economico. Non è possibile predire il futuro. Possiamo costruirlo.

Redazione

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