Con un comunicato diramato martedì 22 giugno dall’Ufficio Stampa della Corte Costituzionale, la Consulta ha reso noto di aver dichiarato incostituzionale, con la sentenza n.128/2021 il provvedimento emanato dal Governo il 31.12.2020 (art. 13 co.14 D.L. 31.12.2020) che aveva sospeso le procedure esecutive (pignoramenti immobiliari), relative all’abitazione principale del debitore.
E ciò in quanto è stato ritenuto non più proporzionato “il bilanciamento tra la tutela giurisdizionale del creditore e quella del debitore”. In un periodo in cui i giudizi civili (dopo la sospensione generalizzata inziale) sono ripresi gradualmente con modalità compatibili con lo stato della pandemia.
La Corte ha evidenziato che la seconda proroga consecutiva delle esecuzioni aventi ad oggetto immobili adibiti ad abitazione principale del debitore non era giustificata, né dimensionata alle rispettive esigenze di tutela dei creditori e dei debitori.
I Tribunali di Rovigo e di Barcellona Pozzo di Gotto avevano sollevato la questione di legittimità costituzionale e si erano fatti portatori delle vivaci proteste delle vivaci proteste dei creditori titolari di procedure esecutive immobiliari, soggetti risultati vessati dai ripetuti provvedimenti di proroga delle esecuzioni immobiliari volute dal Governo Conte.
Purtroppo, come spesso accade in Italia, i provvedimenti che pongono rimedio agli errori del passato arrivano tardi. Ed è fin troppo facile concludere che la Corte Costituzionale ha dichiarato la illegittimità di una legge che avrebbe comunque terminato la sua efficacia tra una settimana.
Naturalmente nessuno ristorerà i danni subiti dai creditori che hanno visto bloccate per un anno le proprie attività giudiziarie tese al soddisfacimento del propri diritti.
L’unica consolazione è che il governo Draghi non potrà adesso non tenere conto del pronunciamento della Consulta e dovrà correre ai ripari.
In altri termini, non sarà possibile per il legislatore prorogare oltre gli errori del passato e le procedure esecutive dovranno poter riprendere in base ad elementi che contemperino le necessità di abitazione dei proprietari di prima casa con le legittime aspettative dei creditori di vedere soddisfatto il proprio diritto di credito.
Ma non è finita qui: il Tribunale di Savona ha sollevato un’altra questione di legittimità costituzionale: quella relativa al blocco degli sfratti per morosità dei conduttori che, deciso ad inizio pandemia, è stato prorogato fino al 30.9.2021 per i provvedimenti di rilascio adottati dal 28.2. al 30.9.2020 e fino al 31.12.2021 per i provvedimenti adottati dal 1.10.2020 al 30.6.2021.
Lo scontro tra il legislatore e i Giudici è frontale e sicuramente ne vedremo delle belle.
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