Roma, è morto Gianni Borgna, storico assessore cultura
Stamattina alle 7 è morto a Roma lo storico assessore alla cultura del Comune di Roma Gianni Borgna
Scrive di lui Umberto Croppi, assessore alla cultura di Roma Capitale durante il mandato di Gianni Alemanno: “È morto Gianni Borgna. È stato un grande assessore. Durante il suo lungo mandato la città di Roma ha registrato una radicale trasformazione grazie all’impulso nella realizzazione delle istituzioni culturali e un nuovo modello nel rapporto tra l’amministrazione e le centrali di produzione. Un intellettuale sensibile e aperto, senza pregiudizi. Una persona gentile e disponibile. A lui va la mia gratitudine da cittadino ma anche uomo delle istituzioni perché, da assessore, ho avuto la possibilità, che gli ho sempre riconosciuto, di continuare l’importante lavoro da lui impostato”.
Il ricordo di Mimmo Politanò:
“Stamane, la notizia della morte di Gianni Borgna, mi ha addolorato profondamente pur se ero un po’ a conoscenza dei suoi ‘problemi’ di salute. Certe persone non dovrebbero morire mai. Perché, per la loro nitidezza, per la loro cultura, per la loro dignità s’impongono come punti di riferimento importanti per giovani e meno giovani. E il professore, era un punto di primo livello, per tutti coloro i quali erano politicamente e socialmente impegnati e oltre questo, consapevoli che la musica italiana non è soltanto una successione di note per ‘cazzeggiare’, ma rappresenta un aspetto vitale della nostra nazione, nel mondo.
Ci siamo conosciuti da giovani, ai giorni dell’impegno, delle università, delle radio private, degli incontri con gli amici che vedevano il mondo oltre le manipolazioni televisive e ci siamo poi persi, per ritrovarci anni dopo nell’Università di Tor Vergata, dove egli era titolare della Cattedra di Sociologia della musica.
Le sue lezioni erano perle che gli studenti accettavano con avidità di sapere. Egli raccontava aneddoti ed ogni tanto, durante il racconto, sorrideva, con quella sua risatina simpatica e coinvolgente; sorrideva, oserei dire, con l’ingenuità di un bambino. Provava davvero gioia nel raccontare mille storie dei personaggi e delle canzoni nate nella penisola. Io, ogni tanto, quando lui parlava di un artista che casualmente era amico mio, prendevo il cellulare e telefonavo.
Raccontavo brevemente al mio amico il bene che il professore stava raccontando di lui e poi gli porgevo il cellulare per fare in modo che si salutassero. Era bello quel momento: vero. E i cantanti erano lieti di sapere che nell’università si parlava di loro non come di pecore ed ignoranti ma come di esseri umani sensibili. Ricordo che un‘altra volta gli feci arrivare dal Messico un documento importante per un suo libro. Un deposito del 1986 di una canzone di Armando Manzanero; Borgna fu molto contento.
Non me la sarei mai aspettata, stamattina, questa notizia. L’ho avuta a scuola mentre facevo lezione d’italiano ai ragazzi del quarto nella Giacomo Leopardi. Mi sono intristito all’istante. E non sono riuscito a finire la lezione. Borgna è uno di quelli che ti entrava con dolcezza nel tuo cuore e non usciva più.
Conoscendolo, abbastanza, penso, che se in realtà egli avesse potuto restare ancora di qua, lo avrebbe fatto. Avrebbe atteso almeno la fine di Sanremo. Ciao prof. Gianni!”