È morto a Roma a 78 anni, nella sua abitazione, Enrico Sbriccoli, conosciuto da tutti come Jimmy Fontana, l’autore de Il Mondo e Che sarà.
Musicista autodidatta, ben presto da Camerino si trasferisce a Roma per studiare all’Università.
Qui, però, inizia anche la sua carriera, che raggiunge l’apice negli anni ’60.
Nel suo periodo romano, sceglie anche di cambiare nome: si dice che Jimmy è stato scelto in onore del sassofonista Jimmy Giuffre; Fontana,invece, pare sia stato scelto a caso dall’elenco telefonico.
La sua carriera inizia proprio negli ambienti jazz della Capitale, genere musicale amato da Fontana.
Dopo aver incontrato la Flaminia Street Jazz Band, decide di creare la band Jimmy Fontana and his Trio, proprio con 3 dei componenti della Flaminia Band: Giusti al pianoforte, Santoni al contrabbasso, Bionda alla batteria.
Dopo i suoi primi successi, nel 1961 partecipa al Festival di Sanremo, con Lady Luna, cantata in coppia con Miranda Martino e scritta da Armando Trovajoli e Dino Verde.
Ma è il 1965, l’anno del vero successo: arriva Il Mondo, testo di Gianni Meccia, musica scritta in collaborazione con Carlo Pes e arrangiamento di Ennio Morricone.
Nello stesso anno, debutta anche al cinema in due musicarelli.
Da quel momento in poi, il suo percorso è tutto in ascesa. Fino al 1971, quando arriva Che Sarà, registrata anche da Josè Feliciano a Los Angeles in 3 lingue diverse (italiano, spagnolo e inglese).
Rientrato in Italia, però, si trova di fronte ad una scelta difficile: concedere o meno l’autorizzazione a far cantare Che Sarà, a Sanremo, da I Ricchi e Poveri. Costretto a dire sì dalla RCA, accetta.
Da quel momento in poi, Fontana non è più il Fontana degli anni precedenti.
Si ritira a Macerata per alcuni anni, poi tenta il ritorno nel 1979 con Identikit.
Fra le sue ultime apparizioni, quella del 1984, sul palco di Sanremo con Una vecchia canzone italiana.
Un episodio ancora controverso, è legato al suo nome: nel 1971, Fontana acquista una mitraglietta in un’armeria di Sanremo. L’arma, ritrovata nel 1988, pare sia quella utilizzata in alcune tragiche occasioni, tra cui la strage di Acca Larentia (1978) e l’attentato a Roberto Ruffilli (1988).
Fontana, dal canto suo, ha sempre sostenuto di aver rivenduto l’arma ad un poliziotto, proprio un anno prima della strage di Acca Larentia. Dal poliziotto, però, non è mai arrivata conferma alcuna.
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