Cronaca

E’ morto Padre Osvaldo Salvi.La lettera strappa lacrime di alcuni giovani fedeli

Nella notte tra martedì 24 e mercoledì 25 marzo è venuto a mancare Padre Osvaldo Salvi.

Frate Luigi Recchia (dell’Ordine dei Frati minori e Ministro provinciale) racconta la sua biografia: “Nato a Varco Sabina (RI) il 13 marzo 1941 da Antonio e Ida Liberali, ha vestito il saio francescano a Fontecolombo il 14.7.1958 e il 16 luglio dell’anno seguente ha fatto la prima Professione, poi quella solenne l’8 dicembre 1964, è stato infine ordinato Presbitero il 1° luglio 1967 a Borgo S. Pietro (RI), nelle vicinanze del suo paese natale. Dopo gli studi ginnasiali compiuti a Orte e quelli liceali a Frascati, ha proseguito con la teologia presso il Pontificio Ateneo Antonianum a Roma e ha conseguito prima il Baccalaureato e poi la Licenza. Si è infine iscritto all’Università statale per lo studio delle lingue ed è stato professore di Francese al Collegio di Artena per alcuni anni, oltre che Rettore dello stesso Collegio dal 1972 al 1978. Lo troviamo poi a Frascati con l’ufficio di Guardiano dal 1978 al 1984; quindi a Poggio Nativo (RI) come Parroco fino al 1987; nel Congresso capitolare di quest’anno è trasferito a S. Francesco al Villaggio (Acilia) e l’anno successivo, con la chiusura di questa Casa religiosa, a Palestrina; qui viene nominato Guardiano dal 1990 al 1996; poi è a Roma, a S. Sebastiano alle Catacombe, con l’ufficio di Guardiano e Parroco fino al 2002, e ancora qui, solo come Parroco, fino al 2005; in quest’anno è posto di famiglia ad Artena, con vari uffici, tra cui Guardiano e Parroco, fino al 2017; da qui a Frascati, dove è rimasto fino all’ultimo passaggio avvenuto questa notte, nella festa dell’Annunciazione. Nel ricordo dell’Arcangelo Gabriele, che porta l’annuncio nella casa di Maria a Nazareth, mi piace pensare che gli Angeli lo abbiano accompagnato, con S. Francesco, questa notte nella Casa del Padre della Luce. Desidero ringraziare con voi il Signore della Vita e a Lui restituirlo, con il dolore per la separazione, ma anche con la certa speranza che ci ritroveremo di nuovo nel Giorno senza tramonto. Allo stesso tempo il mio ringraziamento va alla Fraternità di Frascati, che di p. Osvaldo ha avuto cura premurosa in questi ultimi anni segnati sempre più dal peso dell’infermità. Come nostra consuetudine, ricordiamo questo caro fratello nella Celebrazione eucaristica e chiediamo nella preghiera a p. Osvaldo che anche lui si ricordi di noi presso l’Altissimo Onnipotente Bon Signore”.

Molti i messaggi arrivati, sui social, in memoria di padre Osvaldo. Alla nostra redazione è arrivata una lettera da un gruppo di giovani fedeli di Artena che di seguito andiamo a riportare: “Ciao Padre Osvaldo,eccoci qui a scriverti due paroline .. non era molto lontana da noi l’idea che ci avresti lasciati prima o poi, ma di certo non era un nostro pensiero non poterti essere vicino, non poterci stringere in quell’abbraccio fraterno che ci hai insegnato a darci l’un l’altro in situazioni come queste, anche se la vita poi ci ha condotto non tutti sulla stessa strada. L’anno che ci hai uniti la prima volta (tutti o quasi) era il lontano 2008 .. bambini che si affacciavano pian piano al mondo degli adulti e se siamo quello che siamo oggi, in parte lo dobbiamo a Te. A quell’uomo meraviglioso che sei stato con noi, che non ci ha mai abbandonati nei momenti di difficoltà come una guida spirituale deve fare,che ci elogiava davanti agli altri come un nonno e ci rimproverava in disparte come un padre, che ci ha insegnato ad essere ESSERI UMANI prima che persone. Ci hai insegnato la fede, ma ancor di più l’Amore. Il buono che c’è in noi lo dobbiamo a te!

Potremmo raccontare alle persone di come eri generoso e speciale, di come non ti traevi mai indietro da situazioni che non sempre erano così comode, di come quando alcune di noi facevano le catechiste e non aspettavano altro che vederti entrare in classe e come i bambini ti rispettavano ma allo stesso tempo ti temevano perché avevi questa faccia burbera e severa ma poi durante la messa appariva il miracolo. Aprivi bocca e durante l’omelia c’era il silenzio e tutti attenti ad ascoltarti, ma tutto questo le persone lo sanno. Chi ti ha conosciuto ha avuto la gioia più grande che Dio potesse dargli. Noi invece vorremmo raccontare di come ci sgridavi alle 2:00 di notte , la prima notte che solo sei partito con una mandria di adolescenti mai usciti prima di casa e ci hai portato dalle tue amiche Monache a Palestrina. Di come ridevi insieme a loro quando inventavamo i teatrini imitando chiunque ci passasse per la testa,o di come mettetevi a tacere anche i nostri genitori che volevano rimproverarci perché noi, in preda alle crisi adolescenziali, non ci rendevamo conto che non si potesse cantare Checco Zalone in un Convento. E tu,ci hai permesso questo e molto altro. Ci hai permesso di conoscere la grandezza di Dio, e di Sorella Morte di cui tutti abbiamo tanta paura ma tu no. E come niente,hai deciso di lasciarci qui soli, in questo mondo che forse pensavi ormai fosse anche un po’ nostro,ma che senza di te sarà difficile da gestire.

Grazie per averci insegnato a recitare i Vespri, a correggerci nella lettura delle sacre scritture, con il tuo rigore che ti contraddistingueva. Eravamo, siamo e saremo sempre i tuoi ragazzi scalmanati con il Tau nel cuore e nella pelle. Ti immaginiamo li, con nonna Leda a cucinare per qualche campo scuola di ragazzi, ti immaginiamo contornato di amore delle persone buone e care come te. Si,ti immaginiamo in Paradiso, perché uno come te solo li può stare. Con tutto l’amore che ci hai dato e che proviamo a ridarti indietro, tuoi per sempre”.

Redazione

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