E’ romana Alessia Piperno, la ragazza arrestata in Iran
“Mi hanno arrestato a Teheran. Vi prego, aiutatemi”: è l’appello disperato di Alessia Piperno, 30 anni, di Roma, che domenica mattina è riuscita a chiamare i genitori
La ragazza dopo 4 giorni di silenzio, la prima volta dal suo arrivo in Iran a luglio, è riuscita a chiamare i genitori e chiedere aiuto solo domenica mattina.
“Mi hanno arrestato a Teheran. Vi prego, aiutatemi”: è l’appello disperato di Alessia Piperno, 30 anni, di Roma, che domenica mattina, dopo quattro giorni di silenzio è riuscita a chiamare i genitori Alberto e Manuela.
La giovane ha raccontato star bene, ma “qui ci sono persone che dicono di essere dentro da mesi e senza un motivo, temo di non uscire più, aiutatemi”. I genitori si sono rivolti alla Farnesina che sta seguendo il caso.
Al momento non è stato comunicato in quale carcere la ragazza sia trattenuta. Una situazione molto difficile considerato il momento storico dell’Iran, dove il regime sta soffocando le proteste in piazza per l’uccisione di Masha Amin in una violenta repressione.
Secondo quanto riferito dai genitori, Alessia Piperno sarebbe stata arrestata mercoledì, giorno del suo compleanno. Il padre, titolare della libreria Di Libro in Libro, nel quartiere di Colli Albani ha raccontato di averla sentita quella mattina per gli auguri. Dalla tarda mattina di quel giorno però il cellulare di Alessia è risultato staccato.
In un primo momento, i genitori hanno pensato a un problema di connessione. La giovane donna è una viaggiatrice esperta tanto che gli stessi genitori avrebbero da subito capito che qualcosa non andava. In sei anni di viaggi per il mondo non era mai passato tanto tempo senza che avesse contattato la famiglia.
Alessia è una viaggiatrice solitaria, arrivata in Iran a luglio dopo aver vissuto in giro per il mondo – Australia, Messico, India, Pakistan, Marocco, Honduras, Guatemala, Sri Lanka, El Salvador, Panama. Raccontando i suoi viaggi nel suo profilo Instagram.
Pubblicato e poi rimosso dai social li primo appello. “Questa ragazza è Alessia Piperno, ed è mia figlia. È una viaggiatrice solitaria, gira il mondo per conoscere usi e costumi dei popoli. Si è sempre adeguata e rispettato le tradizioni e, in certi casi, gli obblighi, di ogni paese che ha visitato. Erano 4 giorni che non avevamo sue notizie, dal giorno del suo 30 compleanno, il 28 settembre. Anche il suo ultimo accesso al cellulare riporta quella data. Stamattina arriva una chiamata. Era lei che piangendo ci avvisava che era in prigione. A Teheran. In Iran. Era stata arrestata dalla polizia insieme a dei suoi amici mentre si accingeva a festeggiare il suo compleanno. Sono state solo poche parole ma disperate. Chiedeva aiuto. Ci siamo subito mossi con la Farnesina, abbiamo chiamato l’ Ambasciata italiana a Teheran. Ma ancora non sappiamo niente, neanche il motivo della reclusione…”.
La prassi della Farnesina
In casi come questo le regole della Farnesina prevedono che l’autorità consolare abbia diritto di visitare l’arrestato e verificare che le condizioni di detenzione siano conformi alle regole del paese dove è avvenuto il fermo. Il consolato richiederà di essere presente nei vari gradi di giudizio in modo da vigilare sul corretto svolgimento del processo. In alcune ambasciate esiste anche un elenco di Legali che sono disponibili ad incarichi di questo tipo.
*Foto dal profilo Instagram