Italia, il Paese delle buche. Basta un temporale e sulle nostre strade l’asfalto si frantuma e forma crateri pericolosissimi per ciclisti e motociclisti, potenzialmente letali per le sospensioni delle auto e per gli pneumatici, specialmente quelli ribassati o “run flat”. Su youtube, c’è un video che suggerisce a sindaci e politici di farsi un giro in Germania dove c'è da imparare a “rattoppare”. Le buche sulle strade della provincia sud di Roma, in effetti, indignano. Fanno letteralmente “schifo” e non c'è città o paesino che si salvi. Perché? Qualcuno dà la colpa al traffico eccessivo, altri alla neve, al sale per il ghiaccio o alla pioggia eccessiva. Mai una volta che un amministratore si assuma la responsabilità di un lavoro fatto con i piedi (per essere buoni).
Eppure la realtà è questa: le buche sono il prodotto di una manutenzione ordinaria fatta male e di una straordinaria manutenzione evitata negli ultimi trent'anni. Così le vie sono ridotte al collasso con gravi ripercussioni sulla viabilità, la sicurezza e l'incolumità stessa dei cittadini. A Roma è quasi emergenza nazionale. E sui sociale network le proteste piovono da ogni parte. Ad Artena, Valmontone, Colleferro si lamentano per le spese di ammortizzatori e cerchioni. Danni ingenti di cui sarebbe responsabile l’Amministrazione pubblica, ma per cui è difficile, lungo e costoso ottenere rimborsi. Al posto di sistemare le buche, hanno apposto dei cartelli per limitare la velocità. A Valmontone e Artena i rattoppi delle buche sono stati effettuati con la breccia. Insomma, le buche aumentano di giorno in giorno ovunque e rendono le strade simili a percorsi di guerra. La situazione è drammatica: automobilisti, camionisti e motociclisti pagano ogni anno circa 60 miliardi di euro tra tasse, accise e imposte varie senza avere in cambio neppure le strade in ordine.
Ma come si dovrebbe comportare un comune che deve fare manutenzione? In Italia vanno di moda le asfaltature elettorali perché vengono fatte superficialmente per raccogliere voti. Poi le rogne si lasciano in eredità a quelli che verranno. Gli Enti pubblici non investono più sulle manutenzioni. L'80% delle buche è provocato dai sottofondi dissestati a cui nessuno pensa da almeno 20 anni. I Comuni fanno appalti solo per sistemare la parte superficiale dell'asfalto, ma che dovrebbe essere sistemato solo se il sottofondo è compatto e uniforme. E i rattoppi? Si dovrebbe usare il bitume modificato per fare un lavoro ben fatto ma siamo sempre alle solite: se il sottofondo è andato, chiusa una buca se ne apre un'altra a poca distanza. Ormai non basta più dare una lisciata, tutto il manto stradale è ammalato. Dunque i nostri amministratori dovrebbero dedicare alla manutenzione strade qualche euro in più.
Da aggiungere: scarsi finanziamenti pubblici e gare al massimo ribasso, anche del 50%, che non garantiscono l’esecuzione a regola d’arte dei lavori e che strangolano gli operatori del settore. Gli esperti ci dicono che “è anche un problema di cultura, perché abbandonare il manto stradale a se stesso è estremamente antieconomico nel lungo termine: se si rinnova periodicamente lo strato superficiale di asfalto, a intervalli di 8-12 anni a seconda delle percorrenze, la spesa è limitatissima. Se invece si lasciano ammalorare anche gli strati inferiori, il costo per il ripristino può essere anche venti volte superiore”.
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