San Basilio: ecco la lettera dei residenti
Ennesimo episodio gravissimo in un quartiere governato dalla malavita. Ci scrivono i residenti e ci raccontano…
“Non se ne po’ più!” E’ un grido di disperazione quello che ci arriva dai cittadini che con una lettera urlano tutta la disperazione di chi vive in un quartiere ormai invivibile e dove, le cronache stanno a dimostrarlo, può accadere di tutto in ogni momento.
E allora riportiamo, parola per parola, quanto indirizzato alla nostra redazione da cittadini del noto quartiere popolare e che si firmano “quelli che vogliono una San Basilio normale!”.
“Gentile Redazione, nel ringraziarvi per la vostra attenzione e per lo spazio che speriamo vogliate accordarci, siamo qui a raccontare l’ennesimo episodio di gravissima criminalità che si è consumato ieri sera per le strade del nostro sciagurato quartiere. Era l’ora di cena quando molti di noi hanno sentito colpi di pistola e grida di aiuto provenire dalla strada di rimpetto al mercato coperto del quartiere. Facciamo presente che il luogo è centralissimo e popolatissimo, a non più di venti metri dalla chiesa e dalla strada commerciale di via Fiuminata, quindi è per puro caso, o miracolo, che qualche passante non sia stato colpito dai ripetuti colpi di pistola esplosi dai delinquenti.
Sono passati solo pochi giorni dall’ultima operazione antidroga eseguita, stavolta dalla Guardia di Finanza. Allora erano stati impiegati decine e decine di uomini, cani, elicotteri. Tutto questo per arrestare ragazzotti e sentinelle. Pochissimi gli esponenti di un certo rilievo. Tutto l’impegno dei militari, ai quali va il nostro grazie comunque, vanificato solo dopo pochi giorni quando la pressoché totalità degli arrestati veniva tranquillamente rispedita a casa davanti a televisori e telefoni, pizzini e quant’altro. Insomma, nonostante gli slogan ascoltati in tv o letti sui giornali che raccontavano di bande e mercato della droga sgominati dall’operazione, proprio quelle bande e quel mercato ricominciavano a prosperare come nulla fosse accaduto. No, non basta, purtroppo per noi che viviamo il quartiere, una operazione, seppur importante come quella, a sgominare alcunché. Le Forze dell’Ordine lo sanno bene. Tanto è vero che se prima, fino a qualche anno fa, sarebbe bastato intervenire nella zona delle famigerate “case occupate” di via Gigliotti per fare bottino di sostanze e spacciatori di tutte le età, oggi quel maledetto mercato si è spostato per tutto il quartiere. Tutti i pomeriggi si assiste al traffico di staffette che, in auto, sfrecciano a 120 all’ora per rifornire, portare ordini, smerciare.
Le strade del quartiere si sono trasformate in una specie di autodromo dove i soliti noti (anche alle Forze dell’Ordine) viaggiano a tutta velocità e più volte per portare a termine il loro compito e non importa se le strade, come quella di fronte alla chiesa, sono trafficate di bambini e mamme che vanno al parco, non importa se è pieno di anziani che si azzardano sulle strisce per andare alla messa. Non gliene importa nulla. Piede sull’acceleratore, occhi pieni di coca e via! Nonostante le chiacchiere in tv o sui giornali non si vede una pattuglia della Polizia Locale di Roma a meno che non sia costretta ad intervenire a seguito di incidenti. Eppure, è una dritta che diamo al Sindaco, basterebbe un autovelox e si ripianerebbe il bilancio in men che non si dica. Sono state chieste telecamere da installare lungo le strade del quartiere più a rischio così da scoraggiare almeno il passaggio di quei folli in auto. Macchè. Tutto finito nel nulla e nel silenzio. Come sempre. Poi, l’ennesimo fatto di cronaca come quello di ieri, fa accorrere pattuglie su pattuglie, giornali e televisioni. Ancora stamattina ci sono agenti della Mobile sul posto per i consueti rilevamenti di rito. Bene, benissimo. E poi?
E poi si tornerà a quella pseudo normalità di un quartiere che è sommerso dalla melma. Spaccio h24, ragazzini e ragazzine che fanno da sentinella e guadagnano più di un dirigente di banca. Iphone ed estetista per tutti e, soprattutto, droga, tanta coca che ci si potrebbe rifornire Amsterdam e provincia. Per non parlare di certe sale Snai che per aprire hanno “sopportato” tre o quattro attentati da parte di chi, evidentemente, voleva partecipare ad un eventuale e successivo guadagno e dove galeotti ed ex galeotti organizzano di tutto e da dove, lo sanno tutti, uscivano anche i ragazzi che hanno subito l’agguato di ieri.
Che fare? Già, ci chiediamo spesso cosa fare. Fregarcene come fa la maggior parte della gente che vive quì e come fanno molti personaggi delle istituzioni che rispediscono a casa i delinquenti dopo mezzora senza nemmeno pensare lontanamente al danno, anche di immagine, che arrecano alle persone per bene?
Potremmo fare finta di niente, è vero, ma come potremmo, poi, spiegare tutto questo ai nostri figli? Cosa insegneremmo loro? Se importa a pochi non è un nostro problema. Il problema vero ce l’ha chi è un delinquente che si arricchisce sulla pelle degli altri e chi, pur avendo i mezzi per terminare questo scempio, non fa nulla o fa poco, ancora troppo poco. Nel frattempo continuiamo a sperare in un quartiere che, prima o poi, possa diventare normale“.