Economia, così l’eventuale uso del Mes frantuma gli schieramenti politici
Pd e Iv, come FI, favorevoli a impiegare il Fondo salva-Stati, contrari M5S e Lega
(con FdI). E il grillino Crimi avverte gli alleati: “A rischio la tenuta del Governo”
Proprio come certi amori, anche certi argomenti «non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano». Un caso tipico, se non prototipico è quello del Mes, il Fondo europeo salva-Stati che negli ultimi mesi ha agitato i dibattiti – e i sonni degli addetti ai lavori.
Il Meccanismo Europeo di Stabilità ha infatti una curiosa proprietà simil-democristiana: ogni volta che sembra sparire – per lo meno dalle pagine dei quotidiani e dai servizi dei telegiornali – trova sempre il modo di riaffacciarsi. E, come uno spiritello dispettoso, riprende a divertirsi scatenando il caos.
Dopo la breve pausa pasquale, l’ultimo casus belli riguarda la possibilità di utilizzarlo per fronteggiare l’emergenza coronavirus, possibilità sostenuta con forza dal Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri dopo il via libera dell’Eurogruppo al suo impiego privo di condizionalità – ma rigettata senza appello dal bi-Premier Giuseppe Conte (o almeno da Giuseppe 1, mentre Giuseppe 2 ha leggermente corretto il tiro, ricordandosi che è al Parlamento che «spetterà l’ultima parola»).
Già questa frattura intergovernativa dà l’idea di ciò che questo strumento può provocare. Ma stavolta è andato oltre, frantumando letteralmente tutti gli schieramenti politici.
All’interno dell’esecutivo rosso-giallo, infatti, il M5S è sulle stesse posizioni del fu Avvocato del popolo, tanto che l’ex leader pentastellato Luigi Di Maio ha citato proprio le sue parole, liquidando il Mes come «uno strumento antiquato». A fare da contraltare ci sono invece Pd e Iv, decisamente più inclini a servirsi della linea di credito europea.
«Se esisterà la possibilità, senza condizionalità e rispettando la sovranità italiana, di avere dei miliardi a sostegno della sanità, se ci saranno queste condizioni, io credo che dovremo prendere queste risorse» ha infatti affermato il segretario dem Nicola Zingaretti. Ancora più deciso è stato il leader di Italia Viva Matteo Renzi: «L’Europa sta dando una grande mano all’Italia», e «il Mes senza condizionalità va usato di corsa, piaccia o non piaccia ai populisti di maggioranza e opposizione».
Il velatissimo riferimento era ai grillini, il cui capo politico Vito Crimi, non gradendo, ha ammonito gli alleati a non tirare troppo la corda: «L’Italia non farà mai ricorso al Mes: noi Cinque Stelle non potremo mai accettarlo» perché «il Mes senza condizionalità non esiste». Crimi ha fatto anche capire che il sì al meccanismo salva-Stati potrebbe mettere a rischio la tenuta del Governo, aggiungendo che «serve che il Pd chiarisca al Paese perché ha cambiato posizione».
Il nodo in realtà è sempre lo stesso, quei vincoli che secondo il Partito Democratico (e affini) sono stati rimossi, laddove secondo il MoVimento potrebbero ripresentarsi in un secondo momento, ipotecando il futuro degli Italiani. Curiosamente, questa linea è appoggiata anche dalla Lega (e da FdI) in un’insolita riedizione dell’asse giallo-verde, mentre sul tema specifico Forza Italia è schierata con la sinistra, a conferma dello sbriciolamento di tutte le coalizioni.
«Ci interessa» ha infatti dichiarato il leader di FI Silvio Berlusconi, «che Conte non commetta gli errori che sta facendo: per esempio quello clamoroso di dire all’Europa sul Mes “faremo da soli” e rinunciare così ad utilizzare i circa 36 miliardi che potremmo ottenere, senza condizioni, ovviamente dal Mes per consolidare il nostro sistema sanitario».
Il segretario del Carroccio Matteo Salvini ha replicato facendo spallucce: il Meccanismo Europeo di Stabilità «non è una questione di tifoserie, non è un derby Milan-Inter. Non esiste un Mes senza condizioni: Berlusconi o Prodi possono dire quello che vogliono ma il Mes è stato istituito da un trattato, basta leggerlo. Se uno chiede mille miliardi di euro li deve restituire e il problema sono le condizionalità. Se accedi, questo fondo ti potrà chiedere tagli alle pensioni».
In effetti, anche il padre nobile del Partito Democratico, Romano Prodi, si è detto favorevole all’uso del Mes, suscitando la sferzante replica del deputato leghista Claudio Borghi: «Direi che questo chiude il dibattito».
Almeno finché il Fondo salva-Stati non irromperà nuovamente sulla scena politico-economica. Al prossimo Mes, insomma.