Anche quest’anno, l’attesissimo rapporto “Ecosistema Urbano”, elaborato da Legambiente e Ambiente Italia in collaborazione con Il Sole 24 Ore, ha acceso i riflettori sulla sostenibilità delle città italiane, evidenziando un significativo divario tra le performance ambientali delle città del Nord e del Sud del Paese. La classifica, che valuta i 106 capoluoghi italiani attraverso cinque macroaree – qualità dell’aria, gestione dell’acqua, rifiuti, mobilità sostenibile e tutela ambientale – incorona sul podio Reggio Emilia, Trento e Parma. Tuttavia, tra i risultati spicca in negativo il crollo di Viterbo, che scende alla posizione 87, segnando un evidente arretramento in molti indicatori chiave, in particolare mobilità sostenibile e gestione del suolo.
Le prime dodici posizioni della classifica sono quasi interamente dominate dai capoluoghi settentrionali, con Reggio Emilia al primo posto, seguita da Trento, vincitrice della scorsa edizione, e Parma. L’ottima performance delle città del Nord conferma la tendenza a una migliore gestione delle risorse ambientali, un risultato che appare distante per i capoluoghi del Sud, in prevalenza relegati nelle posizioni basse della classifica.
La nuova edizione del rapporto “Ecosistema Urbano” introduce alcune novità metodologiche. Per esempio, è stato aggiunto un indicatore per monitorare la variazione del consumo di suolo, e sono stati ricalibrati i pesi attribuiti a specifici parametri, come quelli relativi alla qualità dell’aria, ora misurata tramite le centraline Arpa per una maggiore precisione. Gli autori del rapporto preannunciano che il sistema di valutazione si arricchirà nei prossimi anni, con probabile attenzione anche agli eventi climatici estremi, un tema di grande attualità.
Per la città di Viterbo, i risultati del rapporto sono tutt’altro che positivi. Scivolata all’87esima posizione rispetto alla 74esima dell’anno scorso, Viterbo paga caro il prezzo di una gestione carente in mobilità sostenibile, consumo del suolo e spazi verdi, pur registrando alcuni risultati positivi in altre aree. Il trend negativo è particolarmente evidente in settori che influiscono direttamente sulla qualità della vita e sul rapporto della città con l’ambiente.
Unico dato incoraggiante per Viterbo riguarda la qualità dell’aria, con una posizione di rilievo – quarta su 106 – per il basso livello di polveri sottili medie annue presenti in atmosfera. Questo risultato è frutto di un livello di inquinamento atmosferico moderato, almeno rispetto ad altre aree urbane, sebbene l’indicatore sia uno dei pochi che distingue Viterbo tra le città più virtuose.
Nonostante Viterbo occupi il decimo posto tra le città con la minore produzione di rifiuti per abitante (417,7 kg all’anno), la gestione della raccolta differenziata rappresenta un punto dolente. Con solo il 55,2% dei rifiuti correttamente differenziati, Viterbo si posiziona all’82esimo posto, indicando una necessità di miglioramento sostanziale nelle pratiche di smaltimento sostenibile. L’adozione di misure più efficienti per incentivare la raccolta differenziata è una delle sfide più urgenti per la città, che non riesce a colmare il divario con altre realtà italiane più virtuose.
La situazione peggiora ulteriormente se si considera la mobilità sostenibile. Viterbo registra una delle più basse percentuali di utenti del trasporto pubblico, occupando la 78esima posizione in questa categoria. Il problema non riguarda solo il basso utilizzo, ma anche la scarsa offerta di chilometri di servizio – 11,4 km per abitante – un valore che colloca la città al 94esimo posto in classifica. L’inefficacia delle infrastrutture ciclabili aggrava ulteriormente la situazione: con soli 1,8 metri di pista ciclabile ogni cento abitanti, Viterbo è all’86esimo posto tra i capoluoghi, segnale che la città fatica a favorire mezzi di trasporto alternativi all’automobile.
La dipendenza dagli autoveicoli privati è infatti elevata, con 77,6 auto ogni cento abitanti, un dato che influisce anche sull’alto tasso di incidenti stradali, pari a 6,8 per mille abitanti. Questo quadro descrive una mobilità stagnante e indica l’urgenza di politiche pubbliche che promuovano alternative sostenibili e sicure per gli spostamenti urbani.
Viterbo si trova in difficoltà anche nell’ambito della tutela del verde pubblico e del suolo. Nelle aree pubbliche, la disponibilità di alberi è estremamente ridotta, con soli otto alberi per 100.000 abitanti, una densità tra le più basse a livello nazionale (85esima posizione). Le aree verdi disponibili ammontano a 14,2 metri quadrati per abitante, un valore che colloca Viterbo nelle posizioni basse della classifica.
Il dato peggiore riguarda però l’utilizzo del suolo: Viterbo si posiziona al 99esimo posto sia per l’efficienza nell’uso del suolo sia per il trend di consumo, con una media di 25,4 metri quadrati di suolo consumato per abitante. Questo valore allarmante indica che solo sei città italiane presentano un consumo di suolo superiore, segno di un uso non sostenibile delle risorse territoriali e di una mancata pianificazione per proteggere e valorizzare le aree naturali.
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