"Faremo un taglio graduale all'editoria. Era una nostra grande battaglia dal 25 aprile del 2008. Si farà un primo taglio del 25% nel 2019 per i fondi all'editoria, il 50% nel 2020 e il 75% nel 2021 fino a che nel 2022 non ci saranno più fondi all'editoria in modo tale che tutti i giornali possano stare sul mercato", ha dichiarato pochi giorni fa il vicepremier Luigi Di Maio.
Anche Radio Radicale, la storica emittente nata oltre 40anni fa per iniziativa di un gruppo di militanti radicali, sarà investita dal provvedimento restrittivo. Si prevede la proroga di un anno della convenzione con il Mise per la trasmissione delle sedute del Parlamento ma con il dimezzamento da 10 a 5 milioni del corrispettivo economico.
"Da oltre quarant'anni, dal lontano 1975, Radio Radicale è stata per noi un dono prezioso: la radio che sta 'dentro, ma fuori dal palazzo' e che ha contribuito a formare generazioni di cittadini informati. Guai a spegnerne ora la voce assieme alle tante altre che compongono il mosaico plurale della nostra democrazia liberale". Così il Presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, in una dichiarazione. (Mar/ Dire)
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