Eleonora Giorgi e la droga: “Ne sono uscita con l’amore”
Su Carlo Verdone: “Per Verdone provo un sentimento speciale: con lui ho una confidenza tipo sorella”
Eleonora Giorgi è intervenuta ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del format "I Lunatici".
L'attrice romana ha parlato dei suoi ultimi progetti: "Insegno recitazione in una accademia molto seria e molto frequentata e ne sono entusiasta. Sul set mi tocca essere sempre la Giorgi, a scuola invece va proprio Eleonora Giorgi, la studentessa secchiona con gli occhiali. Poi nell'ultimo periodo ho fatto un tuffo nella tv di stampo contemporanea, tra Grande Fratello, Ballando e Le spose di Costantino. E poi dico una cosa in anteprima. Negli ultimi anni ho lavorato pochissimo al cinema, non voglio toccare la mia carriera, la trovo gloriosa, però inaspettatamente mi ha chiamato un regista che pur essendo giovane è molto legato a quel tipo di commedie, proponendomi un ruolo molto bello. Vediamo se tutto questo si concretizzerà".
Sul lifting fatto da poco: "Pur non essendo diventata barbie, passo attraverso delle crisi di euforia, perché finalmente rivedo il mio viso. E mi sento quindi di nuovo utilizzabile anche in un certo tipo di film. Ho fatto un lifting al viso ma non ho fatto toccare i miei occhi pieni di rughe e belli gonfi. Mi piacciono così, quelli sono rimasti della mia età. Ma il resto del viso è molto più allegro. Non mi riconoscevo più quando mi guardavo allo specchio, convivere con una immagine pubblica di 45 anni è difficile. Eleonora ci si rivedeva, Eleonora Giorgi ne soffriva molto. Non sapevo più come presentare il mio viso, non sapevo più come truccarmi. Così mi sento anche molto più allegra".
Sul film Borotalco: "E' il film che rappresenta di più la mia anima di attrice brillante. E' il mio prodotto più realizzato. L'espressione del mio candore. Sono molto grata a questo film, mi ha portato il David, il Nastro, è una pellicola che è rimasta nei tempi. La mia carriera, scremata oggi, dopo 30 anni, cosa rimane? Borotalco. E non è poco. Non tutte le mie colleghe hanno questa fortuna".
Su Carlo Verdone: "Vedendo Un Sacco Bello avevo perso la testa per il Carlo interprete. Però lo avevo incontrato anche come compagno di scuola del migliore amico del mio ragazzo, in quella mitica classe in cui c'era anche Cristian De Sica. Faceva le imitazioni dei professori, faceva morire dal ridere. Per Verdone provo un sentimento speciale. Da una parte ho una gratitudine di tipo artistico. Dall'altra gli voglio molto bene, tipo sorella. Non lo vedo quasi mai, non lo sento quasi mai, ma con quando ci troviamo con lui ho una confidenza tipo sorella".
Sul #metoo e le molestie sessuali nel mondo del cinema: "Da ragazzina mi sono accaduti dei fatti pazzeschi con dei maniaci esibizionisti dei parchi. Avevo già avuto il vago sentore che gli uomini fossero un pochino esagerati e anche un po' pericolosi. Fino ai 18 anni non sono mai rimasta sola in una stanza con un uomo. Avevo una prudenza con i maschi enorme. Da grande nel cinema non mi è mai successo niente, sono sempre stata rispettata. Solo una volta, un regista fu imbarazzante. Mi chiese di togliermi le mutande. In un incontro mi disse 'fammi vedere come fai tu stando in piedi a far cadere le mutande'. Me ne andai. Mi è successo di più con gli uomini di potere e di politica. Non farò mai nomi. Trovo assurdo tirare fuori le storie del passato, se le hai elaborate all'epoca le hai anche archiviate. Poi subentra anche il perdono. Io ho una infinita tenerezza per questa specie di afflizione che per i maschi è il sesso. So che per loro c'è un punto in cui non resistono. Lo capii già da piccola. E' come se impazzissero. Per le donne non è lo stesso. Almeno, non era, adesso non lo so".
Su 'Inferno', il film fatto con Dario Argento: "Ricevo ancora oggi posta da tutto il mondo per quel film. Ho il ricordo di Dario che mi pugnala, perché la mano dell'assassino doveva farla lui. Io fuggivo con la macchina da presa che mi inseguiva. Avevo quasi paura, ho voluto vedere due volte che quel pugnale fosse effettivamente finto. Diceva che solo lui sapeva davvero come si colpiva per poter davvero penetrare un corpo. Poi dopo la scena mi sono divertita ad uscite al bar con il pugnale finto che mi era rimasto incollato. Dicevo 'oddio, ho mal di schiena, ma che è'".
Sull'esperienza legata alla droga: "All'inizio ti ci può portare la curiosità. Ho avuto questa esperienza per ragioni legate a terribili problemi familiari. Ne sono uscita con l'amore e credendo alla vita. Quando ti ritrovi all'inferno capisci che hai poco tempo per vivere qui sulla terra e non puoi sprecarlo narcotizzato. Il momento in cui mi sono resa conto che mi stavo buttando via è quando mi sono trovata in una casa molto carina, sul Tevere. C'era un tramonto bellissimo e a me sembrava di essere morta. Non provavo nessuna emozione. Sono andata a casa di mio padre, ho chiesto aiuto. Lui sapeva che io stavo male, avevamo avuto delle discussioni folli. E poi fu fondamentale l'incontro con il mio primo marito. Lui mi conobbe che ero in una condizione assurda, ma intuì quella che era la mia persona. Mi diede una enorme fiducia, in poco tempo iniziai a curarmi in maniera serissima. Ne sono uscita e non ho più toccato nulla".
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