Mentre le elezioni regionali si avvicinano il nome del primo candidato arriva dal PD ed è quello di Alessio D’Amato.
“Mister Vaccino” soprannome ricevuto per il grande successo della campagna vaccinale contro il Covid-19, assessore uscente alla Sanità. Vediamo chi è e cosa ha fatto.
Alessio D’Amato, classe 1968 laureato in sociologia, proviene dal Partito dei Comunisti Italiani di Oliviero Diliberto. L’On. Diliberto lo ricorda ancora a capo della federazione romana del Pdci, con uno zoccolo duro al Labaro, quartiere di Roma Nord con una connotazione fortemente popolare.
Cresciuto politicamente a sinistra del PD e con la sanità nel cuore fin dagli inizi della carriera politica.
Dal 2005 al 2010 lo troviamo nella commissione Sanità e Bilancio del Consiglio regionale del Lazio e della Commissione Sicurezza sul lavoro. Dal 2008 al 2010 ha ricoperto l’incarico di presidente della commissione Affari costituzionali sempre alla Pisana. Passano 3 anni e nel 2013 eccolo a capo della cabina di regia della sanità laziale.
Alessio D’Amato ha il pallino della sanità, apprendiamo che nella sua tesi di laurea ragionava sugli aspetti critici della riforma sanitaria. Arriva il 2005 e pubblica insieme a Dario Petti “Lady Asl. La casta della Sanità”, un approfondimento nato dall’indagine che dal 2004 al 2007 portò a circa 100 arresti, con 82 milioni di euro sottratti alla sanità pubblica regionale.
Nel 2008 pubblica il secondo libro, titolo: ” Le Mani sulla sanità da Nord a Sud, i predoni della salute” . un viaggio nella malasanità da Nord a Sud dello stivale, autori con lui ancora Dario Petti e Orfeo Notaristefano.
È la pandemia a far uscire D’Amato dall’ombra e affermarlo al ruolo politico e mediatico a tutto tondo come uno dei protagonisti indiscutibili della lotta al Covid-19.
Grande successo della campagna vaccinale nel Lazio, a lungo prima nella classifica delle regioni italiane per numero di vaccinati (e di tamponati) ed efficienza del servizio.
Durante il periodo pandemico, alcune dichiarazioni hanno fatto parecchio scalpore. Affermava in una intervista del settembre 2021: “I no vax che contraggono il Covid e finiscono nelle terapie intensive degli ospedali del Lazio dovranno pagare i ricoveri”.
Alla richiesta di precisazione della giornalista de il Messaggero continuava sulla sua linea: “ci stiamo lavorando”. Per poi fare una retromarcia in grande stile precisando come la sua fosse una “provocazione”.
Un comunista che ha adottato il modello israeliano. D’Amato è noto alle cronache internazionali per i contatti con la task force anti-Covid 19 di Israele. Importandone le principali linee di intervento nel Lazio. Arrivano le vaccinazioni a tappeto, gli open day, la possibilità di accesso alle vaccinazioni anche di notte. Poi la predisposizione di strutture gigantesche come la Nuvola all’Eur, Fiumicino, la Vela di Calatrava, l’Auditorium.
Il Lazio è stata inoltre la regione che ha aperto le prenotazioni prima delle altre, anche per fascia di età, dando per di più la possibilità di scegliersi il tipo di vaccino.
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