A pochi giorni dalle elezioni per il Campidoglio, si incrociano di nuovo le notizie sugli ultimi due sindaci della Capitale, Ignazio Marino e Virginia Raggi. Pochi giorni fa i due sono stati protagonisti di uno scambio di “carinerie”, che hanno fatto storcere il naso agli esponenti del Pd romano. Il chirurgo ha criticato in un lungo post su Facebook le candidature dem per Roma in questa tornata elettorale, affermando che sono state proposte le stesse persone che affossarono in consiglio comunale l’ex sindaco nell’ottobre 2015, costringendolo alle dimissioni.
Successivamente si è rivolto alla Raggi, spiegando di aver accolto e apprezzato le sue scuse. Da par suo, l’attuale prima cittadina ha risposto invitandolo a “dimostrare il nostro coraggio e portare avanti queste idee insieme”. Nei giorni successivi e nelle interviste che si sono succedute, l’ex sindaco ha voluto ribadire che quello a Virginia Raggi “non è stato un endorsement”, anche se si aspetta ancora delle scuse dal Partito Democratico.
Oggi, dalle colonne di La Repubblica, esce un particolare molto interessante che ricollega i due, stavolta in maniera non propriamente positiva, legata allo scandalo sulle carte di credito del Comune e degli scontrini, che contribuirono a far cadere Marino quando era al Campidoglio.
Come riporta il giornale creato da Eugenio Scalfari, candidato in una delle liste civiche a sostegno di Virginia Raggi c’è Carmelo Ciraulo, il cameriere che in una cena del 27 luglio 2013 servì a Marino e alla moglie una bottiglia da 55 euro che entrò nella storia politica della Capitale, alimentando la bufera e la polemica sulla carte di credito del Comune di Roma.
Ciraulo ricorda la vicenda che lo portò anche a testimoniare contro Marino: “Sono convinto che lo abbiano fatto fuori per altri motivi”, racconta. “Se ci ripenso ora, mi rammarico. Ma ho fatto il buon cittadino. Era il 18 dicembre 2015. Ho tirato fuori la verità davanti alla polizia tributaria e confermato tutto. Mi chiesero l’orario della cena e di riconoscere la commensale di Marino. La sentenza d’assoluzione? Ci rimasi malissimo. Alla fine diceva che era solo stato incapace a usare una carta di credito”.
Oggi il cameriere fa ancora il suo mestiere in un ristorante a Piazza Margana, a due passi dal Campidoglio (il nome del locale è cambiato) ma ha deciso di buttarsi in politica a sostegno dell’attuale primo cittadino della Capitale, per un posto sia in Comune che nel XIV Municipio: “Mi hanno chiesto una mano per riempire anche la lista in Circoscrizione. Se Virginia sa che ero il cameriere di Marino? No, non credo. È venuta spesso da noi a pranzo. Come tanti sindaci, perché siamo a due passi dal Campidoglio. Ha lavorato tantissimo in questi anni, con la stampa sempre contro. Mai un trafiletto a favore, nessuno gli riconosce mai nulla. Per me invece è stata bravissima. A un certo punto mi ero anche messo in testa di aiutarla con una lista in suo favore”.
Infine le idee chiare per gli ultimi giorni di campagna elettorale: “Voglio organizzare un evento elettorale, spero che venga anche Virginia. Non so come finirà. Un tempo seguivo di più, ero più movimentista. Ero contro il Pd e Renzi. Ora, però, penso al Comune. Voglio semplicemente una città più verde e più smart. E ovviamente voglio che i politici stiano più vicino ai commercianti”.
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