Elezioni, sempre meno al voto. La politica è fredda e i romani distanti
Se i numeri non dovessero variare sarebbe la dimostrazione ultima che la politica ha preso ormai una direzione opposta a quella del popolo
Segnali preoccupanti. A meno di clamorosi novità nelle prossime imminenti ore, gli elettori che hanno votato sono pochissimi. Alle 23 di Domenica 3 Ottobre, l’affluenza alle elezioni amministrative è stata appena del 21.65%. Parliamo di tutti gli oltre mille comuni sparsi nel Paese. Alle precedenti, la percentuale si era assestata su livelli più alti, 61.49% ma si votava solo di domenica. Gli Italiani hanno tempo oggi sino alle 15 per far sentire la propria voce e cambiare tendenza.
Il voto a Roma, erano tutti al mare?
Se parliamo di Roma, i numeri sono questi, impietosi: 36.82% alla chiusura dei seggi domenica sera, contro il 57.03% del 2016, ma ripetiamo, senza il lunedì. Possibile che fossero tutti al mare a divertirsi, ignari o bloccati nel traffico? Colpita dai fatti del sabato sera sull’incendio del Ponte dell’Industria, quello tra i quartieri polari e popolosi di Portuense, Trastevere, Garbatella e Ostiense, meglio noto ai romani come il “ponte di ferro”, i cittadini della capitale basiti dagli ultimi fatti, potrebbero aver voltato le spalle alle amministrative, in atterraggio sul futuro della loro città.
Vedere in fumo il metallo di uno dei simboli della città, tra presunti corti circuiti e perdite di gas. Fiamme che forse sono arrivate dalle baracche sottostanti e sterpaglie che circondano marciapiedi e vie di Roma. Ovunque, se i numeri non dovessero variare sarebbe la dimostrazione ultima, se ve ne fosse ancora bisogno, che la politica ha preso ormai una direzione opposta a quella del “popolo”.
Roma è Roma
Le ultime baruffe tra destra e sinistra hanno reso ancor più instabile le impalcature del teatrino della politica. Eppure, diamine, Roma è Roma e se pure non fosse Caput Mundi, è pur sempre una capitale. Per troppi anni è passato inosservato il principio che per una vera rinascita del sistema Italia, la molla dell’inversione di rotta deve passare proprio dalla capitale.
A testa in su verso le fiamme del ponte di ferro, giusto la notte prima degli esami, ossia delle elezioni. La Raggi ha parlato di complotto contro la sua amministrazione; così come la Meloni, dopo i filmati mandati in onda da Piazza Pulita sulle presunte beghe di alcuni appartenenti del suo partito. Il Covid deve aver spoliticizzato la politica, si vive ormai semplicemente di complotti. L’unico calore che i romani sino ad ora hanno sentito, è quello del fuoco del loro ponte.