Elogio della lentezza al supermercato: le rivoluzionarie casse chiacchiere e caffè

L’idea rivoluzionaria arriva dal Nord Europa ed è un antidoto alla solitudine alienante della nostra modernità

Supermercato

La fila alla cassa del supermercato è uno dei peggiori incubi dell’essere umano moderno. Un vero e proprio momento di frustrazione vissuto nella solitudine dei propri pensieri, trascorso con gli avambracci poggiati sul maniglione del carrello e annoiati mentre velocemente leggiamo i messaggi sui nostri smartphone.

Una frustrazione che ci fa imprecare contro il cassiere troppo lento, sul cliente davanti impacciato ad imbustare la propria spesa o addirittura a discutere ad alta voce su chi c’era prima.

Una verità esistenziale questa che ha spinto moltissimi ipermarket ad istallare casse veloci proprio per soddisfare l’urgente bisogno di fare tutto e in tempi brevi. Invece  l’idea davvero rivoluzionaria della catena di supermercati Jumbo, molto diffusa nei Paesi Bassi, sembra andare proprio nella direzione opposta.

Il rischio dell’isolamento sociale e le casse delle chiacchiere

L’annuncio di Colette Cloosterman-van Eerd, Chief creative officer di Jumbo, è quello di istallare nei supermercati della catena  delle vere e proprie casse lente chiamate “kletskassa”. Casse presso le quali i clienti potranno addirittura intrattenersi per scambiare due chiacchiere con il personale o gli stessi avventori in fila, magari sorseggiando un caffè. Una scelta che può sembrare antitetica e contro ogni logica di mercato, ma che al contrario risponde a una serie di bisogni ancestrali  umani e che in qualche modo potrà contrastare una delle peggiori dinamiche che la società odierna crea con il suo modus operandi, quella dell’isolamento sociale.

L’idea infatti nasce proprio per contrastare il profondo senso di solitudine che sempre più persone si trovano a dover affrontare, specie i più anziani. La combinazione fra una organizzazione sociale già di per sé molto individualista e le nuove forme di disgregazione, conseguenza della pandemia, hanno esasperato in molti casi il senso di solitudine,  specie in quelle categorie di cittadini già di per sé messe fuori dal circuito relazionale come appunto gli anziani. Inoltre l’isolamento forzato dovuto a lockdown e restrizioni, ha inevitabilmente contribuito alla creazione di nuovi meccanismi e nuove forme di isolamento che sono andate a ledere il benessere psicofisico della persona.

La Salute è benessere psico-fisico ma anche sociale e relazionale

La limitazione delle relazioni ha creato delle fratture che hanno intaccato la regolare convivenza ed interazione sociale già di per sé precarie. La rivoluzionaria scelta della catena di supermercati olandese, risulta estremamente efficace proprio in funzione di un nuovo e concreto investimento sul concetto di benessere. Il benessere, come ci ricorda l’Organizzazione Mondiale della Sanità, è sinonimo di salute tanto che il concetto stesso di Salute non è più riferibile alla sola assenza di patologie ma ad un più ampio concetto di benessere riferibile alle diverse sfere psico-fisica e sociale.

La scelta di intrattenersi con l’altro durante l’acquisto di un bene, antropologicamente  appartiene alla cultura nostrana e più in generale a quella della storia evoluzionistica della nostra specie. Il mercato come luogo di scambio non si  è mai limitato al solo ed esclusivo passaggio di mani in funzione di un guadagno e di un consumo, ma con sé ha da sempre svolto anche funzioni importantissime dal punto di vista culturale. Tutti noi ricordiamo le nostre nonne confrontarsi con il negoziante in una vera e propria contrattazione sul cibo o il bene che stavano per acquistare. 

Una vera e propria battaglia sul prezzo che inevitabilmente portava con sé tutta una serie di informazioni sulla qualità, la derivazione, la possibilità di essere cucinato in un modo o nell’altro, facevano di quel momento una esperienza reale e non soltanto un effimero compito da svolgere come in molte occasioni oggi diviene fare la spesa.


L’andare al mercato diveniva un passaggio della giornata importantissimo che spesso si condivideva con il parente, l’amico o il vicino, rivestendo anche una concreta forma aggregativa fondamentale per il benessere della persona.

Casse delle chiacchiere: farmaco contro la solitudine

Scambiare una battuta di spirito, discorrere sul meteo, aprirsi ad una confidenza, può fare la differenza anche alla cassa tra ortaggi e latticini.

Ecco allora che le casse lente proposte in Olanda si possono considerare come un vero e proprio farmaco contro la solitudine. Perché la solitudine non è solo un concetto astratto riferibile al contesto di vissuto, la solitudine è spesso l’anticamera di forme depressive e di nevrosi verso le quali l’unica risposta poi sono farmaci e ospedalizzazioni.

La solitudine e l’isolamento sociale sono le forme propedeutiche della vera malattia, un po’ come il raffreddore che se ignorato può trasformarsi in qualcosa di più grave.

Una nuova piazza, architettonicamente adattata fra nastri trasportatori e lettori ottici alle nuove esigenze dettate dalla frenesia del moderno modello sociale. Una piccola piazza dove in qualche modo il tempo può essere di nuovo assoggettato all’incontro e allo scambio umano.

Dal punto di vista psicologico e psicosociale la scelta intrapresa dalla Jumbo offre grandi spunti di riflessione su ciò che siamo e su ciò che invece dovremmo essere. Trasformare la noia di una triste fila indiana in qualcosa di diverso, offrendo all’altro il riconoscimento dovuto e accogliendo allo stesso tempo una restituzione emozionale, farà acquisire a  qual’ effimero scontrino che esce dal registratore di cassa,  un immenso valore umano. 

In collaborazione con la Dott.ssa Atosa Kianzad

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