Era il 22 giugno del 1983, una data che in molti risuona nella mente, soprattutto dei romani. Era il giorno della scomparsa di una adolescente 15enne, residente nella Città del Vaticano. Era il giorno seguente il solstizio di giugno (21 giugno) che segna l’inizio della stagione estiva. A Roma deflagrò il caso di Emanuela Orlandi, un mistero che attraversa quattro decenni di storia tra intrighi internazionali, Chiesa e mafia. Uno degli episodi più misteriosi della storia italiana e vaticana.
Un giallo rimasto irrisolto. Ora, dopo 40 anni, viene fuori una registrazione audio risalente al 2009 che sta facendo discutere, e che potrebbe riaprire il controverso caso. Oggi Emanuela se fosse ancora viva nella realtà, avrebbe avuto circa 55 anni.
Dell’esistenza di questa registrazione effettuata di nascosto durante una conversazione in un luogo pubblico si sapeva già, scrive il quotidiano “Il Giornale”. L’autore di questa registrazione è il fondatore del blog d’inchiesta “Notte Criminale”, riporta ancora il quotidiano “Il Giornale”. Anonima invece è la voce che parla nella registrazione carpita di nascosto, ma si pensa che sia un vecchio sodale di Enrico De Pedis, detto Renato o Renatino, uno dei capi storici della banda della Magliana.
L’uomo, riferendosi alle dichiarazioni dell’ex compagna di Renatino, che aveva iniziato a parlare con i magistrati romani relativamente al caso Orlandi, si sente in dovere di fare alcune considerazioni.
L’audio “rubato” sarà reso pubblico nei prossimi giorni proprio dall’autore della registrazione sul suo blog personale “Notte Criminale”, ma il quotidiano “IlGiornale.it” lo ha ascoltato in anteprima. L’ex compagno e socio di De Pedis, ignaro di essere registrato, avrebbe parlato raccontando particolari riguardanti la sparizione di Emanuela Orlandi; secondo “Il Giornale”, l’uomo in particolar modo avrebbe puntato il dito contro una persona, facendone nome e cognome della stessa. Chi ha realizzato la registrazione sarebbe disposto a rivelare l’identità della fonte qualora l’autorità giudiziaria glielo chiedesse.
Era il 13 febbraio del 1990, Renatino De Pedis fu ucciso in via del Pellegrino, a due passi da Campo de’ Fiori, freddato da due killer su una potente moto, mentre lui era a bordo del suo scooter 50. Tentò di sottrarsi al fuoco, il “Presidente”, come ossequiosamente veniva chiamato nel mondo della “mala” capitolina, anche se aveva solo 35 anni. Percorse ancora 40-50 metri in sella, a zig-zag, prima di schiantarsi contro una Renault rossa e crollare.
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