Emilio Greco: i segni e le forme
Il Museo di Roma ha reso omaggio al centenario della nascita dello scultore catanese con una mostra
Il 2013 è stato l'anno del centenario della nascita di Emilio Greco (1913 Catania – 1955 Roma), uno degli scultori più importanti del Novecento.
Fin da piccolo mostra la sua inclinazione per l'arte, riempiendo interi quaderni di disegni, di nascosto, poiché il padre lo scoraggiava, pensando per lui una professione più redditizia. Come disse in seguito, fu una malattia che colpì il padre a spingerlo verso la scultura. A 13 anni infatti, dovette lasciare la scuola, ed entrò a lavorare nella bottega di uno scultore di monumenti funerari. Qui imparò presto a sbozzare il marmo, e la sera si fermava fino a tarda ora a modellare nella creta frammenti di opere classiche. Nato a Catania nel 1913, a vent'anni è a Roma, con gli occhi ancora pieni delle antiche statue greco – romane della sua Sicilia. Nel 1947 ottiene uno studio a Villa Massimo, dove risiedono Leoncillo, Guttuso e Mazzacurati. Nel 1948 prepara la mostra personale alla Galleria del Secolo. Nel catalogo, spiccano la Pattinatrice e il Lottatore. Sempre in quell'anno partecipa alla "Mostra sulle Olimpiadi" di Londra (Victoria and Albert Museum), è presente con il Lottatore alla "Mostra dello Sport", alla Tate Gallery. Nel 1949, con due sculture – i bronzi Testa d'uomo e Cantante – è invitato alla mostra " Arte Italiana del XX secolo" del Mo Ma di New York. Espone alla Biennale di Venezia e, ormai acclamato maestro della scultura, viene chiamato per il monumento a Pinocchio di Collodi (1954), vincitore del concorso con un bozzetto ideato durante un viaggio in treno da Roma a Carrara. Dal 1956 si concentra sulla figura della Bagnante, mettendo in luce la seduttività del corpo femminile a partire dalla lezione delle Veneri preistoriche e di quelle classiche.
Per le committenze pubbliche, realizza il monumento di papa Giovanni XXIII in San Pietro (1965 – 1967) e l'enorme lavoro delle Porte bronzee per il Duomo di Orvieto (1961 – 1964). Queste ultime verranno installate, dopo molte polemiche sull'opportunità di sovrapporre a una struttura gotica un'opera moderna, solo nel 1970.
Emilio Greco è un'artista pieno e complesso, i suoi lavori non sono astratti, presentano una corporeità e una umanità notevole; le sue opere sono colme di una spiritualità che irradia dalle figure di donne nude, dai busti classici, da un massiccio e rozzo lottatore, e persino dalla trasformazione del giocoso Pinocchio in bambino vero. Egli fu un artista a tutto tondo, oltre che scultore, fu pittore, poeta, letterato e docente; dal 1953 è docente della cattedra di scultura dell'Accademia di Belle Arti a Roma, insegna a Monaco di Baviera e a Salzburg, è membro dell'accademia di S. Luca e di quella Reale belga.
Dagli anni cinquanta l'attività di Greco è documentata da numerosissime mostre italiane ed estere. L'Ermitage di San Pietroburgo gli ha riservato uno spazio espositivo permanente, e altre opere si trovano presso le collezioni internazionali (Bruxelles, Kyoto, Londra, Monaco, Parigi). A Sabaudia, Orvieto e Catania ci sono musei che documentano l'intero arco della sua produzione artistica.
Il Museo di Roma ha reso omaggio al centenario della nascita dello scultore catanese con una mostra che si concluderà il 12 gennaio 2014: "Emilio Greco: i Segni e le Forme". Sei sculture monumentali sono ospitate nel cortile recentemente restaurato di Palazzo Braschi, e tre nelle salette interne, insieme ad una selezione di circa trenta disegni.