Enrico Ruggeri: vibrazioni ed emozioni rock
Applaudita esibizione live del cantautore milanese al Due Punto Zero di Pomezia
"Questa è una di quelle sere in cui o ci si chiude in casa oppure si esce e si sta insieme agli amici. E io quindi vi ringrazio di essere qui".
Queste le parole con cui Ruggeri, all'indomani delle stragi di Parigi, ci accoglie al suo apprezzatissimo concerto al 2.0 di Pomezia con il suo formidabile quartetto, composto da Luigi Schiavone alla chitarra, Fabrizio Palermo al basso e alle tastiere e Marco Orsi alla batteria.
Voce inconfondibile e due ore di sano e solido rock, inframmezzate da gustosi interventi parlati, durante le quali il cantautore ripercorre le tappe più importanti della sua lunga ed importante carriera.
"Nessuno tocchi Caino", "Polvere", "Il Mare d'inverno" per citare alcuni brani storici, oltre alle recentissime "Centri commerciali" e "Tre signori", un brano dedicato a Gaber, Jannacci e Faletti immaginati in paradiso mentre giocano, parlano e fanno musica tra loro.
Convincente e coinvolgente il tributo a Lou Reed con "Sweet Jane", brano in cui tutto il gruppo esprime tutta la sua forte anima rock.
Corposo il bis concesso a fine concerto: la mirabile "Quello che le donne non dicono", cantata in collaborazione con il pubblico, "Contessa" e "Mistero".
Ruggeri, ad un certo punto, si autodefinisce ironicamente "agée". Dobbiamo dire, invece, di averlo trovato in forma smagliante nonostante l'eta non più acerba.
A fine concerto si va via con la consapevolezza di aver assistito ad un'ottima perfomance, densa di sentimento e di emozioni, di un musicista (ma non solo, vista la sua riconosciuta vena anche di scrittore e di conduttore) maturo e consapevole e con un pregio sempre più difficile da reperire nel mondo odierno dello spettacolo: avere realmente qualcosa da dire, con le parole e con la musica.