Equinozio d’autunno, il 23 settembre segna la fine dell’estate
È il giorno in cui le ore di luce e buio hanno approssimativamente uguale durata: ed è legato a eventi culturali e commemorazioni, soprattutto di carattere civile
Oggi, 23 settembre, è l’equinozio d’autunno, data che nel nostro emisfero – quello boreale – segna la fine dell’estate (mentre nell’emisfero australe la fine dell’inverno). In astronomia, spiega IlMeteo.net, è il momento dell’anno in cui i raggi solari colpiscono perpendicolarmente l’asse di rotazione terrestre. Un evento che si verifica anche a marzo, quando occorre l’altro equinozio, quello di primavera.
In queste due giornate, aggiunge la Gazzetta dello Sport, le ore diurne e notturne hanno approssimativamente la stessa durata. Un fenomeno che si riflette anche nell’etimologia del termine “equinozio”, che deriva dal latino aequus, cioè “uguale”, e nox, ovvero “notte”.
Va però precisato che si tratta di date mobili, come quella della Santa Pasqua. Come infatti illustra il Quotidiano Nazionale, l’equinozio d’autunno potrebbe cadere il 22 settembre (com’è stato nel 2020 e nel 2021), ma anche il 21 o 24 settembre. Tali variazioni dipendono dal fatto che la Terra percorre un’orbita ellittica (non circolare) e si muove più lentamente quando arriva alla massima distanza dal Sole, a luglio.
L’equinozio d’autunno tra cultura, tradizione e leggenda
Come riporta l’Agenzia Dire, l’inizio dell’autunno è legato a eventi culturali, tradizioni, leggende e commemorazioni, sia di carattere religioso che civile. Per esempio, in Giappone si celebra la festa nazionale dell’Higan, che ha origini buddiste e dura una settimana. È incentrata sul ricordo dei defunti, e si trascorre visitando le tombe di famiglia con offerte in forma di cibo, fiori e preghiere.
Inoltre, l’equinozio d’autunno (fissato al 22 settembre), come riferisce La Nazione, coincideva col Capodanno nel calendario “rivoluzionario” francese in vigore tra il 1792 e il 1805. In questo caso, la data fu scelta per ricordare l’abolizione della monarchia e la nascita della Prima Repubblica, sancite dalla Convenzione Nazionale il 21 settembre 1792.
Già per gli antichi Greci, comunque, questa giornata rivestiva un’importanza capitale. Era associata al mito di Persefone (Proserpina per i Romani), contesa tra la madre Demetra (Cerere), dea delle messi, e il marito Ade (Plutone), dio dell’Oltretomba.
Questi ultimi erano entrambi fratelli del padre degli dèi Zeus (Giove), che decretò che la nipote trascorresse metà dell’anno con la mamma e metà con lo sposo. L’equinozio d’autunno indicava il ritorno della ragazza negli Inferi, e contestualmente l’inizio della sofferenza semestrale di Demetra che rendeva la terra spoglia e infeconda. Finché, nel marzo successivo, la figlia non sarebbe tornata in superficie, facendo rifiorire il suo cuore e con esso la vegetazione.
Al termine dell’oscurità, infatti, si trova sempre una nuova luce. Buon equinozio d’autunno a tutti i nostri lettori!