Ergastolo per Angelo Stazzi, infermiere killer di Montelibretti
L’uomo è accusato di aver ucciso 7 anziani per “provare il brivido di tenere una vita umana nelle proprie mani”
"La pena dell'ergastolo è l'unica adeguata". Così il pm Gabriella Fazi al processo ad Angelo Stazzi, l'infermiere di 69 anni accusato di aver ucciso sette anziani fra i 70 e i 90 anni, ricoverati nella casa di riposo Villa Alex di Sant'Angelo Romano. La condanna a vita, sulla quale deciderà la III Corte d'assise di Roma, è stata chiesta per cinque delle sette morti contestate; per le restanti, il pm ha sollecitato l'assoluzione con formula dubitativa.
La requisitoria del pubblico ministero è durata tre ore. "Grave ipoglicemia determinata dalla somministrazione di farmaci", in particolare di massicce dosi d’ipoglicemizzanti in persone non diabetiche, è il filo conduttore per il quale Angelo Stazzi è sotto processo. Cui si aggiunge anche una contestazione integrativa: quella di aver causato la morte degli anziani anche somministrando psicofarmaci.
"Stazzi ha lavorato presso la casa di riposo di Tivoli dal dicembre 2008 al settembre 2009. "Mai sino al suo arrivo – ha sottolineato il pm Fazi – si erano verificati malori e decessi così ravvicinati nel tempo, e mai per coma ipoglicemico. E cosa succede dopo il suo allontanamento dalla struttura? Nulla, nessun altro caso di ipoglicemia. E la somministrazione dei farmaci era quasi esclusivamente compito di Stazzi. Alla luce di tutto ciò sono certa della natura dolosa degli eventi".
A detta del pubblico ministero il movente degli efferrati omicidi va ricercato nella voglia del condannato di "provare il brivido di tenere una vita umana nelle proprie mani, di decidere se spezzarle oppure no. C’è un animo crudele e narcisistico".