L’esplosione a Marino ha putroppo una prima vittima. È deceduta lo scorso 8 maggio all’ospedale Sant’Eugenio di Roma, la donna di 57 anni originaria della Romania rimasta coinvolta il 4 maggio nell’esplosione di una palazzina in via Giangiacomo Carissimo, a Marino. La 57enne abitante dell’appartamento dal quale sarebbe partita la fuga di gas che ha poi innescato l’esplosione aveva riportato gravi ferite e ustioni. Sul posto, alle ore 20:00 circa, oltre ai vigili del fuoco, erano intervenuti i carabinieri della Compagnia di Castel Gandolfo. Nelle fiamme erano rimaste ferite anche una mamma con la sua bambina.
La palazzina squarciata e quasi crollata, era composta da piano terra e due piani, per un totale di sei appartamenti rimasti coinvolti.
In questi giorni le indagini avevano rivelato un dramma ancora più inquietante in questa tragedia: secondo gli inquirenti infatti, la donna avrebbe lasciato la bombola del gas aperta al massimo proprio per far scoppiare un incendio. Un’esplosione dolosa dunque, il cui scopo era il suicidio.
Un altro episodio affine sembra essersi verificato ieri, 11 maggio a Roma in zona Nomentano. Anche in questo caso un uomo avrebbe causato un incendio nel suo appartamento per togliersi la vita. Disperazione e angoscia sembrano in entrambi i casi aver condotto a simili gesti che potevano causare una strage di persone ignare.
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