Europee, caos a Roma per la consegna dei plichi elettorali: file pazzesche
Un caos che è andato avanti per ore e che ha inchiodato nell’attesa i malcapitati di turno: le centinaia di poveri cristi che avevano lavorato nei seggi
File pazzesche questa notte, a Roma, per la consegna dei plichi elettorali. Manco fosse la prima volta che si vota e la macchina organizzativa, quindi, avesse la giustificazione, o almeno l’attenuante, di un progetto nato sulla carta ma che non è mai stato messo alla prova.
Una situazione intollerabile che forse non richiederebbe nemmeno queste righe di commento: basta guardare le immagini, sapendo a cosa si riferiscono, per capire la gravità dell’ingorgo.
Colonne interminabili di auto dirette al centro di raccolta situato alla Fiera di Roma. E quando diciamo “auto” in realtà vogliamo dire taxi: che erano la stragrande maggioranza e che poi, ovviamente, verranno pagati col denaro pubblico.
Ossia da tutti noi, in una maniera o nell’altra.
Parola d’ordine: chissenefrega
Un caos che è indegno di un Paese civile e, a maggior ragione, della sua Capitale.
Un caos che è andato avanti per ore e ore e che ha inchiodato nell’attesa i malcapitati di turno: le centinaia e centinaia di poveri cristi che avevano lavorato nei seggi e che adesso dovevano sobbarcarsi questo onere aggiuntivo e assurdo. Compensi risibili e fastidi a oltranza. Come al solito.
Lo spoglio delle schede non può attendere – non sia mai che lo si effettui la mattina successiva e a mente fresca – e perciò bisogna mettersi a fare i conteggi subito dopo che le votazioni si sono chiuse: perché i politici e i conduttori tv smaniano per avere i risultati e si deve cercare in tutti i modi di dare risalto all’evento.
L’affluenza crolla e chissenefrega. La preoccupazione per lo share rimane.
Quanto al Comune di Roma, e a questa ennesima pagina di incapacità amministrativa, c’è da scommettere che non ci sarà nessuna conseguenza concreta.
La “spiegazione” che è stata data al momento è che si è verificato un problema nel sistema informatico, rallentando a dismisura l’inserimento dei dati e quindi, a cascata, il ritiro dei verbali sulle operazioni di voto.
Ma anche qui si torna a quello che dicevamo all’inizio. Le elezioni si fanno da moltissimi anni. E pure i computer, le reti di computer, non sono certo una novità in via di collaudo.
I veri responsabili? Chissà. Per oggi si archivia così. E fino alla prossima occasione non ci si pensa più.