Evasione fiscale scoperta al Country club di Castel Fusano
La Gdf ha scoperto milioni di euro dirottati su conti esteri, occultamento dell’Iva per 1 mln e un giro di fatture false
Maxi evasione fiscale scoperta dal il II gruppo della Guardia di finanza del comando provinciale di Roma presso la struttura turistica Country club Castel Fusano. Le Fiamme gialle hanno riscontrato il mancato pagamento di diversi milioni di euro tra ricavi non dichiarati e costi non deducibili, l'occultamento di Iva per 1 milione di euro, oltre a un giro di fatture false di circa 2,2 milioni di euro, funzionale ad abbattere i redditi imponibili.
Come avviene spesso in questi casi, i guadagni conseguiti in Italia venivano dirottati nei paradisi fiscali attraverso due società costituite nel Liechtenstein, interposte nella catena di controllo della compagnia proprietaria della struttura. Tali società erano riconducibili a due persone migrate in Bulgaria, quando in realtà risultavano residenti in Italia . Il loro compito era fatturare le prestazioni di servizi ai tour operator nazionali e stranieri nonostante l'attività economica fosse stata prestata interamente in Italia. Questo sistema era stato concepito al fine di far confluire gli incassi sui conti correnti in Bulgaria e Liechtenstein, paesi nei quali il livello di tassazione è basso.
Al termine delle indagini della Gdf sono state denunciate 6 persone, che dovranno difendersi dall'accusa di frode fiscale, infedele presentazione delle dichiarazioni per circa 6.400.000 euro e utilizzo di fatture false per oltre 2.200.000 euro. Inoltre, nel corso delle attività ispettive, è stato anche accertato l'indebito utilizzo del distacco comunitario per 149 lavoratori comunitari, diretto ad eludere la più rigorosa normativa nazionale e la contrattazione collettiva nazionale.
Alla luce di questa condotta fraudolenta, dalla quale è derivato l'omesso versamento dei contributi all'ente previdenziale italiano, sono state denunciate alla magistratura tre persone per i reati di illecito distacco e distacco fraudolento, che prevedono un'ammenda pari a oltre 3 milioni di euro. Nel frattempo, il gip del Tribunale di Roma, a seguito degli accertamenti svolti, ha emesso un decreto di sequestro preventivo, finalizzato alla confisca per equivalente del valore delle azioni formalmente intestate alle due società del Liechtenstein ma, di fatto, nella disponibilità dei due soggetti fittiziamente residenti in Bulgaria, attestato, ad oggi, su oltre 800.000 euro.