Facebook, svolta fiscale: dal 2018 pagherà le tasse anche in Italia
La piattaforma di Zuckerberg contabilizzerà gli incassi ottenuti con il supporto dei team locali nel Paese in cui questi sono stati realizzati e non più a Dublino
Dal 2018 Facebook contabilizzerà gli incassi ottenuti con il supporto dei team locali nel Paese in cui questi sono stati realizzati e non più a Dublino, come ha fatto finora. Una svolta promessa nella trasparenza sul pagamento delle imposte. La piattaforma di Zuckerberg passa quindi a una “struttura di vendita locale” nei Paesi in cui è presente un ufficio che fornisce supporto alle vendite nei confronti degli inserzionisti. Di conseguenza, verranno pagate localmente le tasse relative a quei ricavi. Così, anche quanto fatturato in Italia sarà soggetto al fisco italiano. Questa decisione porterà nelle casse dei 30 Paesi in cui il colosso di Menlo Park ha un ufficio milioni di imposte che fino a oggi venivano fatturate in Irlanda.
Il nuovo regime fiscale entrerà in vigore già dai primi mesi del 2018 e sarà completato entro la prima metà del 2019. Il cambiamento globale quindi riguarderà anche l’Italia, dove, a quanto si apprende, inizierà già nella prima metà dell’anno prossimo. “Riteniamo che il passaggio a una struttura di vendita locale fornirà maggiore trasparenza ai Governi e ai policy maker di tutto il mondo che hanno chiesto una maggiore visibilità sui ricavi associati alle vendite che vengono supportate localmente nei rispettivi paesi”, ha dichiarato Dave Wehner, direttore finanziario di Facebook. “Ogni Paese è unico e vogliamo essere sicuri di realizzare questo cambiamento in modo corretto – ha spiegato Wehner – Si tratta di un grande impegno, che richiederà risorse significative per poter essere attuato in tutto il mondo. Introdurremo, il più rapidamente possibile, nuovi sistemi e modalità di fatturazione per garantire una transizione agevole alla nostra nuova struttura”.
La notizia è apparsa nella newsroom di Facebook a pochi giorni di distanza dall’annuncio dell'accordo siglato tra l'Irlanda e Apple per avviare il pagamento dei 13 miliardi di dollari di tasse non versate come richiesto dall'UE, segno che la crescente pressione internazionale per regolarizzare le imposte fiscali dei colossi del web sta avendo degli effetti. Il nuovo corso richiederà un’analisi delle leggi locali di ogni Paese interessato. Facebook aveva fatto un cambiamento simile anche nel Regno Unito e in Australia, dove già contabilizza localmente i ricavi realizzati con il supporto dei team locali. Secondo fonti del Tesoro la decisione “è molto positiva”, “si tratta di un cambiamento importante che va nella direzione giusta: assicurare che i redditi siano dichiarati e tassati dove vengono prodotti. Siamo convinti – proseguono le fonti del ministero dell’Economia – che la decisione sia stata influenzata dagli sforzi compiuti in sede internazionale per porre fine ai fenomeni di elusione fiscale”. (fonte il Fatto Quotidiano)