L’imam Yahya Pallavicini, presidente del Coreis (Comunità Religiosa Islamica), è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta” su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.
La fondazione FareFuturo lancia l'allarme: nel 2100 i musulmani saranno metà della popolazione italiana. “Probabilmente attualmente i musulmani sul territorio nazionale sono vicini ai 2 milioni e si dividono tra stranieri e italiani di prima e di seconda generazione –ha affermato Pallavicini-. La ricerca mostra una dimensione un po’ faziosa. Oggi, stiamo parlando al massimo di 2 milioni su 60 milioni di popolazione italiana.
E anche se dovesse aumentare o diminuire non è proprio sui numeri che dobbiamo ragionare. Bisogna discutere sui cali demografici e in questo senso alcune tipologie di famiglie sembrano cambiare il tasso di natalità rispetto alla normale famiglia italiana. Questo però permetterebbe anche di affrontare una crisi di valorialità delle famiglie occidentali. Tra famiglie orientali e occidentali c’è un radicale cambiamento in termini di numero dei membri della famiglia.
Ma gli orientali possono essere musulmani, ebrei, buddisti, cristiani, possono essere buoni o cattivi credenti. Parlare di sostituzione della popolazione cristiana con quella musulmana mi sembra una speculazione. In Marocco ad esempio ci sono anche comunità ebraiche e cristiane, e ci sono credenti e non credenti. Ho l’impressione che si voglia dire: state attenti, se i musulmani, che sono tutti cattivi, ci sostituissero cambierebbe la società e dobbiamo preservarla dall’immigrazione.
La minoranza di fondamentalisti che fanno un abuso mal compreso della dottrina islamica per creare dei tribunali basati sul diritto islamico è qualcosa che non esiste neanche nel mondo islamico maggioritario. Alcuni musulmani non sanno neanche cosa sia la sharia. Velo? C’è una minoranza di donne che, senza comprenderne bene il significato, sono malconsigliate o addirittura costrette a portare il velo da alcuni maschilisti. Invece la maggioranza sceglie di portare il velo liberamente.
Ho l’impressione che si voglia fomentare un pregiudizio che è giustificato da una parte perché ci sono dei maschilisti, ma nella maggioranza dei casi si tratta di una scelta libera. Noi in quanto cittadini italiani di fede musulmana siamo parte delle vittime di un abuso per giochi di potere da parte di alcuni che vogliono storpiare alcuni simboli religiosi per farne una rivoluzione sanguinosa ma anche utopistica in termini di giochi politici”.
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