Fase 2 dal 4 maggio. Nel “Gattopardo” di Tomasi di Lampedusa c’è ancora una verità italiana: tutto cambia perché nulla cambi. E nell’ultimo Dpcm del premier Conte ne abbiamo avuto una perfetta rappresentazione, in dieci articoli. Il commercio al dettaglio aprirà il 18 maggio, quando nessuno avrà un euro da spendere. Nel frattempo si potrà andare a visitare i parenti stretti. E chi non li ha? E le compagne/i e fidanzate/i? Per loro nulla. Sepolti in casa senza una pallida idea di quando potranno uscire.
Per non parlare di quanto sta accadendo nelle banche. Banca Intesa, ad esempio, che ha dichiarato di aver processato (e non erogato) ben 8000 pratiche ricevute da chi chiede di accedere ai prestiti fino a 25.000 euro. Ma quante centinaia di migliaia di piccole imprese hanno i conti in Banca Intesa? E come mai sono solo 8000 quelle che hanno richiesto il prestito Forse perché il nuovo prestito, seppur difficile da ottenere, serve ad azzerare i fidi concessi in precedenza? Ad ogni modo, tralasciando ogni valutazione personale, vediamo cosa prevede questo secondo atto del Coronavirus.
Le imprese che riapriranno i battenti il 4 maggio sono autorizzate a svolgere tutte le attività propedeutiche alla riapertura a partire da lunedì 27 aprile. All’allegato 3 del decreto c’è il nuovo elenco dei codici Ateco: comprende tra gli altri il tessile, la moda, la fabbricazione di auto, il comparto del vetro, la fabbricazione di mobili. Ma le attività per cui i prefetti possono autorizzare l’apertura non saranno più limitate ai soli settori coperti dalla disciplina del golden power e potranno riguardare tutte «quelle attività produttive orientate in modo prevalente alle esportazioni» nonché a «quelle attività nel settore delle costruzioni» cruciali per l’economia nazionale, come i cantieri anti-dissesto idrogeologico o per l’edilizia residenziale pubblica, scolastica e penitenziaria. Tutto nel rispetto dei protocolli di sicurezza già siglati, da ultimo quello del 24 aprile sui cantieri.
Per quanto riguarda la mobilità delle persone, si potrà tornare a muoversi da un comune all’altro entro la stessa regione per motivi di lavoro, salute o «necessità e urgenza», e vengono annoverati tra quelli necessari e urgenti anche «gli spostamenti per incontrare congiunti, purché venga rispettato il divieto di assembramento e il distanziamento e vengano utilizzate le mascherine». Tra una regione e l’altra, invece, ci si potrà spostare solo per lavoro, ragioni di salute e altre necessità e urgenze. Ma ritorna il disco verde al rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza. È invece esplicitato l’obbligo di rimanere a casa per chiunque abbia sintomi da infezione respiratoria e febbre più alta di 37,5 °.
Dal 4 maggio riapriranno parchi e ville, ma l’accesso sarà condizionato al rispetto del divieto assoluto di assembramenti e della distanza interpersonale di un metro. Le zone attrezzate per il gioco dei bambini «sono chiuse ove non sia possibile consentire l’accesso contingentato».
Sport e attività motoria saranno consentiti non solo più nei pressi della propria abitazione, ma sempre a livello individuale o con un minore o non autosufficiente. E occorrerà rispettare la distanza di due metri per l’attività sportiva e di un metro per le altre.
Potranno riprendere a porte chiuse e senza assembramenti gli allenamenti degli atleti, professionisti e non, di ogni disciplina sportiva individuale: saranno emanate per questo specifiche linee guida, previa validazione del Comitato tecnico-scientifico, dall’Ufficio sport della presidenza del Consiglio.
Restano chiusi impianti sciistici, cinema, teatri, pub, scuole di ballo, sale giochi e scommesse, discoteche e locali, scuole. Per musei e biblioteche, secondo la tabella di marcia indicata dal premier, la data per la riapertura è il 18 maggio.
Riapriranno invece le chiese e gli altri luoghi di culto a patto che si organizzino per evitare assembramenti e per garantire la distanza di un metro tra le persone. Le cerimonie civili e religiose restano però sospese, mentre saranno consentiti i funerali «con l’esclusiva partecipazione di parenti di primo e secondo grado e, comunque, fino a un massimo di 15 persone, con funzione da svolgersi preferibilmente all’aperto, indossando mascherine protettive».
I datori di lavoro privati possono continuare ad applicare il lavoro agile a ogni rapporto subordinato, anche in assenza di accordi individuali. Si raccomanda ancora, anche nel pubblico, di promuovere la fruizione di periodi di congedo ordinario e ferie. Per le attività professionali si raccomanda sempre il ricorso allo smart working ove possibile e l’assunzione di protocolli di sicurezza anti-contagio. Nonché «l’adozione di strumenti di protezione individuale» laddove non si possa rispettare la distanza di un metro.
Se permane il divieto agli accompagnatori dei pazienti di sostare nelle sale di attesa del pronto soccorso, per l’accesso dei visitatori in Rsa, hospice e strutture per anziani saranno le direzioni sanitarie a decidere. Nelle carceri in casi eccezionali potranno essere autorizzati i colloqui di persona, a condizione che si riesca a garantire la distanza di due metri.
Le attività commerciali al dettaglio diverse da quelle già autorizzate (che sono generi alimentari, igiene della persona, edicole, farmacie e parafarmacie, tabaccai, librerie, negozi di vestiti per bambini e neonati) restano sospese (fino al 18 maggio, ha anticipato il premier), così come i mercati. Ovunque va rispettata la distanza di un metro.
Non riapriranno il 4 maggio (e secondo quanto riferito da Conte dovranno attendere il 1° giugno) parrucchieri, barbieri ed estetiste, così come bar, ristoranti, gelaterie e pasticcerie, ma «resta consentita la ristorazione con consegna a domicilio». E diventa possibile quella con asporto, con l’obbligo di rimanere a distanza di un metro, di non consumare i prodotti nei locali e di non sostare nelle immediate vicinanze degli esercizi.
Un articolo della bozza di Dpcm è dedicato a chi intende arrivare in Italia: dovrà consegnare al vettore dell’imbarco una dichiarazione contenente i motivi del viaggio e l’indirizzo della dimora dove dovranno osservare, anche se asintomatici, un periodo di 14 giorni di isolamento fiduciario, comunicando immediatamente la loro presenza al Dipartimento di prevenzione della Asl. Vale anche per chi sbarca da navi da crociera.
In materia di trasporto pubblico locale, uno dei nodi più delicati, lo schema di Dpcm si limita ad attribuire al presidente della Regione il compito di programmare il servizio per «assicurare i servizi minimi essenziali» e a chiarire che l’erogazione va modulata in modo da evitare il sovraffollamento dei mezzi nelle ore di punta.
Si va verso linee guida del ministero dei Trasporti, da allegare al decreto, che secondo le indiscrezioni prevedono un aumento dei mezzi nelle fasce orarie più critiche, un numero massimo di passeggeri per consentire la distanza di un metro, la presenza di marker sui posti a sedere per segnalare quelli che non possono essere usati e l’obbligo di mascherine, anche di stoffa.
Queste le misure per la fase 2, confidiamo nella terza.
Angelo David D’Ambrogio
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