Femminicidio Fidene, uccisa fuori dal ristorante dall’ex: il mistero delle chiamate alla polizia
I ristoratori avrebbero davvero chiamato le forze dell’ordine durante la lite all’interno del locale?
Femminicidio Fidene. Martina Scialdone era una valida e promettente avvocata di 34 anni, lavorava in uno studio legale con sede ai Parioli. Venerdì 13 sera è stata uccisa al termine di una cena dall’ex compagno, Costantino Bonaiuti di 61 anni, nonostante l’avesse raggiunti a cena anche il fratello di lei. I due dopo una lite sono usciti fuori dal locale dove lui le ha sparato con l’arma del poligono che deteneva per uso sportivo.
Femminicidio Fidene, la dinamica dell’accaduto
Prima di uscire fuori dal ristorante lui si è seduto al tavolo tentando una riconciliazione, ma lei è scappata in bagno: una scena che molti tra camerieri e clienti potrebbero aver notato. Poi è stata convinta a uscire fuori, ma poco dopo lui le ha puntato la pistola al petto e ha esploso un proiettile, un solo colpo al torace da una semiautomatica calibro 45 che ha ferito a morte la professionista. La donna è riuscita ad affacciarsi ferita alla porta del ristorante dove si è accasciata e per lei non c’è stato nulla da fare.
L’uomo è stato fermato poco dopo dai poliziotti delle volanti in zona Fidene. Il Pm ora ipotizza l’accusa di omicidio premeditato.
La loro relazione durava da un paio d’anni ma da qualche tempo la donna frequentava una psicologa da alcuni mesi e aveva deciso che quella storia con un uomo molto più grande non faceva più per lei.
Il mistero delle chiamate alla polizia
Sono partite anche delle voci di accusa contro il ristorante, perché pare ci fosse stata una scenata con la donna che si chiudeva in bagno prima dell’omicidio. Ma perché dei ristoratori dovrebbero invadere la privacy dei clienti chiedendo loro dei rapporti personali? Tuttavia eventuali responsabilità saranno stabilite dai giudici di competenza.
Secondo Open il ristorante Brado avrebbe smentito di aver cacciato dal locale Martina Scialdone dopo la prima aggressione, sarebbe stata la donna a voler uscire con l’uomo con cui stava litigando animatamente. Secondo la prima ricostruzione dell’omicidio i due erano entrati nel locale alle 21. Dopo aver pagato il conto, alle 23, Bonaiuti ha cominciato a litigare con la donna. Alle 23,17 lei ha mandato un messaggio Whatsapp al fratello. Alle 23,30 lo sparo. Il Messaggero riporta però la notizia di due richieste di intervento con chiamata al 112. La prima per una lite nel locale, fatta dal ristorante stesso. Ma la pattuglia non sarebbe mai arrivata. E’ stata fatta davvero la prima telefonata? I tabulati stabiliranno quali telefonate sono effettivamente partite dal telefono de Brado.
Femminicidio Fidene, la difesa dei ristoratori
Secondo la loro versione i proprietari avrebbero chiesto alla donna se fosse voluta restare nel ristorante in attesa della polizia. Ma lei avrebbe rifiutato e a quel punto Bonaiuti le avrebbe sparato.
“In merito alle informazioni false e diffamatorie che stanno girando sul web, ci teniamo a sottolineare che non fanno altro che aggiungere dolore a questa triste storia e che sono il frutto di una ricostruzione dei fatti rilasciata da chi non era neanche presente all’interno del locale durante l’accaduto. Facciamo presente altresì che ci siamo resi totalmente disponibili a collaborare con le forze dell’ordine che stanno ancora svolgendo le necessarie indagini in merito all’accaduto”, hanno scritto i ristoratori su Facebook.