Per il femminicidio di Frosinone c’è un nome e un volto. “Non volevo ucciderla. La amo”, è la frase che gli investigatori hanno trovato scritta su un taccuino in possesso del 38enne fermato per l’omicidio di Romina De Cesare, la 36enne rinvenuta morta ieri a Frosinone.
Dalle indagini è emerso che la donna sarebbe stata prima strangolata e poi ripetutamente accoltellata, secondo la procura di Frosinone, dall’ex fidanzato che non accettava la fine della relazione e il fatto che la donna frequentasse un altro uomo. Il tutto è avvenuto nell’appartamento in via Plebiscito dove la vittima abitava da sola da alcuni mesi. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, lunedì sera l’aggressore avrebbe atteso la sua vittima di rientro da una serata e l’ha uccisa.
A lanciare l’allarme è stato il nuovo compagno della donna, il quale, non ricevendone più notizie dalla sera prima, ha lanciato l’allarme. Ieri gli agenti della questura di Frosinone, sono entrati in casa rinvenendo il cadavere. Nel frattempo il presunto assassino, si era diretto sul litorale pontino con l’intenzione di suicidarsi. Lo testimonierebbe il biglietto che portava con se, e i segni di autolesionismo che si è inferto con lo stesso coltello con il quale, presumibilmente avrebbe tolto la vita alla sua ex fidanzata.
Non riuscendo ad uccidersi con la lama, ha tentato di annegarsi entrando in mare dalla spiaggia di Sabaudia. Lì alcuni passanti, notandolo nudo e fuori di se, hanno chiamato i carabinieri.
Dopo l’identificazione, i militari della stazione di Sabaudia, partendo dalle farneticazioni e dalla sua provenienza, lo hanno collegato al fatto di Frosinone informando gli agenti della questura che stavano indagando.
Successivamente i magistrati delle procure di Frosinone e Latina hanno provveduto ad interrogare l’uomo. Il quale ha quindi ammesso la sua responsabilità per l’omicidio ed il tentativo di suicidarsi e, per questo, è stato emesso decreto di fermo nei suoi confronti per il reato di omicidio con l’uso di arma da punta e taglio ai danni dei Romina De Cesare. Si svolgerà udienza per la convalida del fermo presso il Tribunale di Latina.
Romina era pronta a trasferirsi dal suo nuovo ragazzo, che adesso non si dà pace: “Era l’ultima notte prima di venire da me. Il suo ex non pareva violento, ci avevo parlato. Dovevo portarla subito via da lì“. Ha dichiarato a il Messaggero: “Non era mai capitato che non mi rispondesse per molto tempo. Poi, una volta arrivato, vedendo che non mi apriva, ho deciso di chiamare la polizia e i vigili del fuoco e quando loro sono entrati mi hanno stoppato sull’ingresso. Per questo e li ringrazierò per sempre, perché così terrò in mente e nel cuore il ricordo di Romina viva, bella e sorridente.”
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