“Il riconoscimento di Ferentino come Capitale Italiana della Cultura 2028, potrebbe rappresentare una grande novità. Un borgo, sui Monti Ernici, in Appennino, praticamente alle spalle di una capitale come Roma. Ma Ferentino ha anche ben 21 siti culturali davvero unici con un Teatro Romano che piano, piano, sta ritornando al suo splendore. Nel 2021 conquistò spazio su molte testate giornalistiche internazionali”.
“Agrigento capitale della Cultura per il 2025, poi L‘Aquila nel 2026 e ci sono ben 17 candidature per il 2027. Il 2028, seguendo tale percorso, potrebbe essere l’anno delle periferie e dunque candidabili borghi a pochi chilometri da Roma. Per questo abbiamo aperto una petizione al fine di candidare Ferentino a Capitale Italiana della Cultura per il 2028! Ben 21 sono i siti culturali in questo borgo – gioiello che si trova sui Monti Ernici, in provincia di Frosinone.
Il riconoscimento di Ferentino come Capitale Italiana della Cultura 2028, sarebbe una tappa importante del cammino che l’Italia ha iniziato di promozione del patrimonio paesaggistico e culturale di borghi periferici che potrebbero entrare nel circuito promozionale e turistico.
Solo con la valorizzazione dell’identità territoriale e del patrimonio culturale, sarà possibile invertire il processo di desertificazione di piccoli borghi. Pensiamo che possa essere una candidatura innovativa che andrebbe a valorizzare i piccoli borghi dell’Appennino, un patrimonio culturale immenso alle spalle di Roma”. Lo ha affermato Antonio Ribezzo, Presidente Archeoclub D’Italia, sede di Ferentino e Coordinatore Archeoclub d’Italia Lazio.
Ferentino nel 2021 fu oggetto di un Press Tour al quale parteciparono ben trenta testate giornalistiche internazionali: “Il Press Tour del 2021, fu un grande successo mediatico, con una visibilità importante. Tutti i giornalisti li accogliemmo con un display all’ingresso del borgo con la scritta : “La città di Ferentino da il benvenuto alla stampa”. Ferentino è un piccolo ma grande borgo. Piccolo, in quanto ha poco più di 20.000 abitanti ma grande per il patrimonio culturale, per i suoi numerosi gemellaggi con San Severino Marche, con Ekaterinburg, in Russia, Rockford, negli Stati Uniti, Raszyn, in Polonia, con Iacobeni, in Romania e fa parte della Comunità Montana dei Monti Ernici. Dunque è un borgo, ma un borgo che guarda al Mondo. Tanti sono i siti culturali. Pensiamo ad esempio al Teatro Romano.
Il Teatro Romano risale all’epoca imperiale. Le strutture sono in parte a cielo aperto e in parte inglobate nelle abitazioni private – ha continuato Ribezzo – che occupano parte della gradinata. Il paramento a blocchetti di calcare a file orizzontali, legate da fasce di laterizio è tipico dell’età di Traiano-Adriano, con l’eccezione del tufo che qui è sostituito dal calcare, materiale facilmente reperibile nella zona. Materiali e tecnica edilizia sono perfettamente attribuibili al II sec. d.C, epoca di particolare splendore per Ferentino, che proprio nel periodo di Traiano ebbe Aulo Quintilio Prisco come patrono.
E’ un monumento di eccezionale valore storico: come testimonianza monumentale di epoca imperiale, come unico edificio teatrale nella zona degli Ernici, nonché come prova dell’importanza della città al tempo degli imperatori quale centro di vacanza e residenza – ha continuato Ribezzo – posizionato, non a caso, nelle vicinanze delle Terme di Flavia Domitilla. Entreremo nell’Acropoli e la vedremo.
L’Acropoli è situata nella zona nord-ovest e in posizione eccentrica rispetto al tessuto urbano delimitato dalla cinta muraria esterna. La compresenza delle due tecniche costruttive ha posto agli studiosi di archeologia il problema della datazione delle mura che cingono l’Acropoli, che vengono considerate come risalenti a due epoche diverse – ossia molto antica (pelasgica, poligonale) la parte inferiore in massi di calcare; di età sillana la parte superiore in blocchi squadrati di travertino, oppure riferibili a un’unica epoca costruttiva, posta tra il II e il I secolo a.C.
C’è la Domus Romana rinvenuta tra il piano terra e le fondamenta del medioevale Palazzo Comunale. Interventi di ristrutturazione effettuati negli ultimi decenni del secolo XX negli ambienti a piano terra del Palazzo, hanno portato alla luce pavimenti musivi bianco-neri, resti di muri divisori degli ambienti domestici, l’impluvium di un atrio, lacerti di intonaci affrescati, documentando la presenza di una domus di epoca repubblicana, abbattuta e ricoperta dalle successive costruzioni. Resti di pavimento in mosaico bianco con tessere minute sono visibili a circa un metro di profondità rispetto al livello del pavimento attuale.
C’è il Mercato Romano. Edificio risalente all’epoca sillana (II – I sec. a.C) è in opus incertum ed è contemporaneo al rinnovamento dell’Acropoli; il suo piano, infatti, è 12 metri più basso della spianata. È parte integrante del piano urbanistico attuato dai censori Marco Lollio ed Aulo Irzio per l’assetto monumentale della città alta infatti, è perfettamente inserito nel tessuto murario dell’Acropoli e sottolinea la volontà dei due censori di esaltare il valore monumentale ed urbanistico di Ferentino.
È uno dei primissimi modelli di aule fiancheggiate da botteghe, in modo da soddisfare esigenze funzionali connesse con le attività commerciali. Ma Ferentino ha tanti altri siti che non mancheremo di continuare a studiare ed elencare”.
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