Grande festa a Ferentino, in provincia di Frosinone, per la visita del Capo dello Stato, Sergio Mattarella. “Ferentino ha ben 26 siti archeologici, culturali. Un vero Borgo di cultura. Oggi (15 marzo 2024) con la visita del Presidente della Repubblica si è coronato un altro sogno per il nostro paese”, ha dichiarato Antonio Ribezzo, Presidente Archeoclub D’Italia, sede di Ferentino.
“Felicissimi di avere avuto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. E’ stata una festa per tutto il borgo. Il Presidente si è recato in visita alla tomba di don Morosini. Per Ferentino comunque è stata una grande opportunità anche per valorizzare la sua grande storia, ben 26 siti da visitare e tutti davvero unici. A Ferentino ci sono reperti archeologici di notevole valore. Ad esempio il Teatro Romano, oggetto di uno dei più importanti progetti di restauro a livello nazionale, o ancora il Mercato Romano, l’antica Cripta di Santa Lucia con mosaici e affreschi secolari, poi cinte murarie di 2000 e anche di 2200 anni fa“.
“Il Teatro Romano è stato portato alla luce, grazie ad una grande opera di restauro, e Ferentino è un Museo diffuso, forse potremmo definire questo borgo anche una sorta di eco – museo.
Il Teatro Romano risale all’epoca imperiale. Il paramento a blocchetti di calcare a file orizzontali, legate da fasce di laterizio è tipico dell’età di Traiano-Adriano, con l’eccezione del tufo che qui è sostituito dal calcare, materiale facilmente reperibile nella zona. Materiali e tecnica edilizia sono perfettamente attribuibili al II sec. d.C – ha continuato Ribezzo – epoca di particolare splendore per Ferentino, che proprio nel periodo di Traiano ebbe Aulo Quintilio Prisco come patrono.
E’ un monumento di eccezionale valore storico: come testimonianza monumentale di epoca imperiale, come unico edificio teatrale nella zona degli Ernici, nonché come prova dell’importanza della città al tempo degli imperatori quale centro di vacanza e residenza, posizionato, non a caso, nelle vicinanze delle Terme di Flavia Domitilla. C’è l’Acropoli, situata nella zona nord-ovest e in posizione eccentrica rispetto al tessuto urbano delimitato dalla cinta muraria esterna.
La compresenza delle due tecniche costruttive ha posto agli studiosi di archeologia il problema della datazione delle mura che cingono l’Acropoli, che vengono considerate come risalenti a due epoche diverse – ossia molto antica (pelasgica, poligonale) la parte inferiore in massi di calcare; di età sillana la parte superiore in blocchi squadrati di travertino, oppure riferibili ad un’unica epoca costruttiva, posta tra il II e il I secolo a.C.
C’è anche una Domus Romana rinvenuta tra il piano terra e le fondamenta del medioevale Palazzo Comunale. Interventi di ristrutturazione effettuati negli ultimi decenni del secolo XX negli ambienti a piano terra del Palazzo, hanno portato alla luce pavimenti musivi bianco-neri, resti di muri divisori degli ambienti domestici, l’impluvium di un atrio, lacerti di intonaci affrescati, documentando la presenza di una domus di epoca repubblicana, abbattuta e ricoperta dalle successive costruzioni. Resti di pavimento in mosaico bianco con tessere minute sono visibili a circa un metro di profondità rispetto al livello del pavimento attuale”.
“Edificio risalente all’epoca sillana (II – I sec. a.C) è in opus incertum ed è contemporaneo al rinnovamento dell’Acropoli; il suo piano, infatti, è 12 metri più basso della spianata. È parte integrante del piano urbanistico attuato dai censori Marco Lollio ed Aulo Irzio per l’assetto monumentale della città alta – ha continuato Ribezzo – infatti, è perfettamente inserito nel tessuto murario dell’Acropoli e sottolinea la volontà dei due censori di esaltare il valore monumentale ed urbanistico di Ferentino.
È uno dei primissimi modelli di aule fiancheggiate da botteghe, in modo da soddisfare esigenze funzionali connesse con le attività commerciali. Ferentino rappresenta un percorso innovativo tra paesaggi naturalistici e scoperte archeologiche mai mostrate. A Ferentino abbiamo la Porta Montana del XVIII sec., Palazzo dei Cavalieri Gaudenti, del 1249, il Mercato Romano del II – I sec. a.C. .
E ancora, abbiamo il Percorso di Marianna Dionigi, l’Avancorpo dell’Acropoli di epoca sillana – Acropoli (II – I sec. a.C., il Duomo del XII sec., Porta Portella, del XIII sec.. Ma l’elenco è davvero lungo. Siamo in presenza di un Borgo Archeologico da visitare e da vivere, quasi alle porte di Roma.
A Ferentino c’è il Testamento di Aulo Quintilio Prisco, risalente all’epoca di Traiano, situato in un contesto suburbano, rarissimo e fatto erigere nel II secolo d.C, ricavato su una viva roccia ed è costituito da un’edicola impostata su un basamento con pilastrini angolari. Al centro dell’edicola è inserita l’iscrizione, di carattere onorario e di notevole interesse giuridico.
Essa fa memoria di un magistrato locale, appartenente alla tribù Palatina, vissuto nella prima metà del II sec. d.C di nome Aulo Quintilio Prisco. Non vorrei dimenticare la chiesa di Santa Maria Maggiore ( XIII sec. ), gli Archi di Casamari ( II – I sec. a.C.,), il percorso delle mura Poligonale, Porta Sanguinaria ( di varie epoche), la Cripta di S. Lucia (II sec. d.C.), Porta Sant’Agata e Porta Stupa”.
“Il Presidente si è recato in visita alla tomba di Don Morosini, sacerdote, fucilato il 3 Aprile del 1944 a Forte Bravetta. Don Morosini nacque a Ferentino il 19 Marzo del 1913 – ha concluso Ribezzo – morì che aveva quasi 31 anni, ma il 2 Aprile del 1954 il corpo venne traslato dal cimitero del Verano, in Roma, a Ferentino. Oggi Don Morisini, riposa bella Chiesa di S.Ippolito dove risiedeva la Congregazione dei Missionari di San Vincenzo de’ Paoli, alla quale apparteneva don Morosini”.
Foto dal sito fondoambiente.it a cura della fondazione FAI
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