Ferrovie dello Stato Italiane, 16 dicembre sciopero personale del Lazio: treni a rischio
Ancora disagi nel trasporto pubblico, e a farne le spese come sempre i pendolari, e sempre nel fine settimana
Le segreterie regionali dei sindacati FILT-CGIL e UILTRASPORTI, in adesione ad uno sciopero generale regionale, hanno proclamato uno sciopero del personale del Gruppo FS Italiane con sede nella regione Lazio dalle 09:01 alle 16:59 del 16 dicembre. In questa fascia oraria le corse dei treni potranno essere a rischio. E’ possibile l’annuncio di ritardi o perfino di cancellazioni.
Ancora disagi dunque nel trasporto pubblico, e a farne le spese come sempre i pendolari, e sempre nel fine settimana, periodo dove molti, dopo la settimana lavorativa o di studi, decidono di tornare a casa utilizzando il treno.
Trenitalia, informazioni utili in caso di sciopero
Trenitalia ricorda che lo sciopero può comportare modifiche al servizio anche prima dell’inizio e dopo la sua conclusione. Inoltre i treni che si trovano in viaggio a sciopero iniziato arrivano comunque alla destinazione finale se è raggiungibile entro un’ora dall’inizio dell’agitazione sindacale; trascorso tale periodo, i treni possono fermarsi in stazioni precedenti la destinazione finale.
Treni regionali garantiti in caso di sciopero
Nel trasporto regionale sono stati istituiti i servizi essenziali nelle fasce orarie di maggiore frequentazione (dalle ore 06.00 alle ore 09.00 e dalle ore 18.00 alle ore 21.00 dei giorni feriali).
Perchè lo sciopero? “Per cambiare una legge di Bilancio sbagliata e contro il lavoro”
La Confederazione Generale Italiana del Lavoro chiede al Governo:
- di aumentare i salari detassando gli aumenti dei contratti nazionali, portando la decontribuzione al 5% per i salari fino a 35.000 euro per recuperare almeno una mensilità, e introducendo un meccanismo automatico di indicizzazione delle detrazioni all’inflazione (così detto recupero del drenaggio fiscale);
- di conferire tutele a tutte le forme di lavoro, assegnando ai CCNL un valore generale, sancendo così anche un salario minimo e diritti normativi universali;
- di eliminare le forme di lavoro precario per un unico contratto di inserimento al lavoro con contenuto formativo;
- una riforma fiscale che rispetti il principio della progressività;
- la tassazione degli extraprofitti che generi risorse per un contributo straordinario di solidarietà;
- la rivalutazione delle pensioni;
- risorse per il diritto all’istruzione, per la sanità che ha affrontato e sta affrontando gli effetti drammatici della pandemia;
- di cancellare la Legge Fornero e introdurre: l’uscita flessibile dal lavoro a partire dai 62 anni, il riconoscimento della diversa gravosità dei lavori, la pensione di garanzia per i giovani e per chi ha carriere discontinue e “povere”, il riconoscimento del lavoro di cura, il riconoscimento delle differenze di genere, l’uscita con 41 anni di contributi.
Per la CGIL, in coerenza con le piattaforme unitarie, sono necessarie:
riforme vere, ispirate dai criteri di solidarietà e giustizia sociale, fondate sulla qualità e la stabilità del lavoro, sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e su nuove politiche industriali ed energetiche capaci di prospettare un futuro per il Paese, sulla trasformazione digitale e la riconversione verde, su uno stato sociale più forte e qualificato.