“Qualunque siano le norme del governo per Natale, per i medici saranno comunque feste in trincea”. Così il presidente dell’Ordine dei medici di Roma, Antonio Magi, nel corso di un’intervista rilasciata all’agenzia Dire.
“Per i medici sarà un Natale insieme ai malati – prosegue Magi – perché sicuramente questa festività non farà sparire il Covid-19. Saremo quindi ancora una volta in ‘trincea’ per salvaguardare la salute di tutti quanti. Per i medici sarà un Natale molto particolare”.
“Natale non vuol dire ‘liberi tutti’, tutt’altro: si può festeggiare ma in massima sicurezza. Questo è importantissimo- conclude Magi- altrimenti il virus, dopo un lieve rallentamento, tornerà ad accelerare come dopo estate”.
“In questo momento a Roma e nel Lazio c’è un allarme per i guanti monouso: tra i medici iniziano a scarseggiare. Il motivo- spiega- sarebbe legato alla chiusura di una fabbrica che produceva appunto guanti, per questo ora ci ritroviamo senza”.
Intanto non si arresta il bollettino dei medici morti sul ‘campo’, con un bilancio che sale a 216. I mdici ‘caduti’ nella seconda ondata sono 37. È un bilancio tristemente serio quello dei medici che hanno perso la vita a causa del Covid-19- commenta ancora Magi– che colpisce tutte le categorie: non solo i medici di famiglia, ma anche gli ospedalieri, gli specialisti ambulatoriali, i liberi professionisti e i pediatri.
Tutte persone che hanno sacrificato la loro vita per svolgere la propria attività. Questo bilancio, importante, ci deve fare riflettere sull’importanza e la dedicazione dei medici nel risolvere i problemi legati alla salute pubblica”.
“In queste ore non è cambiato nulla: i vaccini antinfluenzali non sono ancora a disposizione dei medici. Siamo in attesa. C’è un’emergenza nell’emergenza, perché il Covid ne ha create due. Una per curare i malati di Covid e un’altra per curare i malati che non hanno il Covid che in questo momento si ritrovano in una situazione di grave difficoltà in cui non trovano spazio per le cure. Bisogna potenziare il territorio, l’assistenza specialista, in maniera da dare a tutti quanti la sicurezza e la tranquillità di essere seguiti e curati in qualunque situazione ci possiamo trovare”.
“Esistono specialisti che possono lavorare di più- ipotizza Magi- portiamoli a 38 ore a settimana. Ci sono dei concorsi, assumiamo a tempo indeterminato, perché molti medici stanno andando in pensione, ci sarà spazio e bisogno”. Magi ricorda che “già 220 colleghi sono deceduti. Non c’è nessun errore, facciamo il nostro dovere, ma dopo la guerra cerchiamo di proteggerli questi medici”.
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