Categorie: Cronaca

Fiaccolata per Emanuela Orlandi 30 anni dopo

Una fiaccolata da Piazza S.Apollinare, "dal portone da cui Emanuela si sarebbe dovuta incamminare verso casa trenta anni fa", fino a Piazza S.Pietro. Così Pietro, il fratello di Emanuela Orlandi insieme ad alcune centinaia di persone ha voluto ricordare la ragazza a trenta anni dalla sua scomparsa, un percorso "per riportarla simbolicamente a casa". Da Piazza S.Pietro si sono levate delle lanterne luminose di carta mentre alcune candele disegnano per terra il numero trenta sovrastato da un cuore. Appena ieri, alla vigilia del trentennale dalla misteriosa scomparsa, il procuratore aggiunto di Roma Giancarlo Capaldo, da Lamezia Terme aveva sostenuto: "Emanuela Orlandi e' morta, ma il caso della sua scomparsa potrebbe risolversi".

Ieri il fratello commentava: "Non so se ha delle prove o se lo dice per qualche altro motivo. A noi non è stato comunicato nulla, come sempre lo abbiamo appreso dalla stampa. Noi, in ogni caso, vogliamo arrivare alla verità qualunque essa sia". Pietro Orlandi, in occasione della fiaccolata, ricorda anche che: "Due mesi fa, quando l'ho incontrato nella parrocchia di Sant'Anna In Vaticano, il Papa mi ha detto "Emanuela sta in cielo". Avrei voluto dei chiarimenti dal Pontefice, ho sperato, ho fatto delle richieste per poterlo incontrare senza ancora avere risposta, per sapere perché ci ha detto quella frase visto che sono 30 anni che non sappiamo nulla, se è viva o se è morta". Emanuela Orlandi, la figlia di un dipendente del Vaticano, spariva nel nulla trenta anni fa. Trenta anni di indagini, fantomatiche piste, illazioni, depistaggi e false verità.

Allo stato, per quello che rimane uno dei grandi misteri del nostro Paese, ancora nessuna certezza che possa confortare la famiglia della ragazza – che oggi avrebbe 45 anni – gli inquirenti e gli investigatori che l'hanno cercata, gli appassionati del caso. Il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo ed il sostituto Simona Maisto intendono chiudere l'inchiesta entro l'autunno ma prima devono essere completati una serie di accertamenti tecnici, tra questi l'esame delle ossa recuperate nella cripta della basilica di S.Apollinare, dove e' stato sepolto fino al maggio dello scorso anno il boss della banda della Magliana Enrico De Pedis, per verificare se qualcuna appartenga ad Emanuela. Secondo suo fratello "dietro questa storia c'è una verità così pesante e scomoda che si tende a non farla uscire".

Orlandi, ieri, in Piazza S.Pietro, si sarebbe aspettato "la presenza di un rappresentante della Chiesa" alla veglia. Sarebbe stata una cosa semplice dire una preghiera con noi".

Redazione

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