Sono 1.243 gli immobili che Angiola Armellini, figlia del costruttore Renato, il geometra diventato ricco grazie ai 90 mila metri cubi di cemento sparsi sulla Capitale, avrebbe «nascosto» all’erario.
I fabbricati, quasi tutti nel Comune di Roma (1239 compresi tre alberghi) costituiscono un patrimonio che, insieme al denaro, ammonterebbe a 2,1 miliardi di euro.
ICI AL COMUNE – Il pm Paolo Ielo ha iscritto la Armellini nel registro degli indagati insieme a 11 presunti complici tra prestanome e commercialisti.
Alla figlia del costruttore sono contestati l’associazione per delinquere, l’omessa dichiarazione dei redditi e la dichiarazione infedele,. Del primo di questi reati sono accusati anche i commercialisti.
A conti fatti, sarebbe di 190 milioni la base imponibile su cui calcolare le imposte evase.
E anche il Campidoglio reclama l’Ici quasi mai pagata: il debito sarebbe di 3,5 milioni per due anni, una cifra che moltiplicata per cinque (più in là nel tempo scatta la prescrizione) fa 17 milioni.
SOCIETA’ IN LUSSEMBURGO – L’indagine, ha spiegato il colonnello Paolo Borrelli, comandante del II Gruppo verifiche del Nucleo tributario, è durata un anno e mezzo. Gli investigatori hanno scoperto che i fabbricati della Armellini erano stati intestati, ma solo sulla carta, a una ventina di «società di diritto estero con sede legale in Lussemburgo». Società che pagava la figlia dell’imprenditore come consulente e alle quali erano riferibili anche i suoi conti correnti, aperti in Svizzera e a Montecarlo. Al vertice dell’impero di mattoni e denaro c’erano due trust con sede alle Bahamas e nell’isola di Jersey fino al 2006-2007 , poi trasferiti in Nuova Zelanda.
RESIDENZA A MONTECARLO -Ed è stata finta, secondo le Fiamme gialle, anche lo spostamento della residenza a Montecarlo dal ‘99 al 2010: in realtà la Armellini, così come non avrebbe mai dismesso la proprietà e la gestione degli immobili, non avrebbe mai abitato altrove che a Roma, prima in una villa all’Eur e da circa cinque anni in un attico e superattico nella zona di Borgo Pio. Un appartamento di gran lusso accatastato come ufficio e intestato una delle società lussemburghesi.
SCUDO FISCALE – Nel 2009 la figlia del costruttore ha tentato di scudare cento milioni, operazione non riuscita perché – sostiene l’accusa – non c’erano i requisiti. Qualche settimana fa però la Armellini ha ritrasferito in Italia 15 società estere e ha chiuso le altre.
ACCORDO CON IL CAMPIDOGLIO – I numeri dell’operazione «All Blacks» – il nome scelto dalla Finanza fa riferimento alla fortissima squadra di rugby neozelandese – sono emersi in occasione della firma del protocollo di intesa tra il Campidoglio e il comando provinciale delle Fiamme gialle per contrastare l’illegalità economico-finanziaria. In particolare, è stato siglato un accordo con l’assessorato alle Politiche abitative in base a cui le Fiamme gialle avvieranno una serie di controlli sulle case popolari. dal 2003 l’imprenditrice avrebbe trasferito all’estero più di 2,1 miliardi di euro, in modo da nasconderli al fisco.
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