Cronaca

Fiuggi. Maurizio Cocco in carcere in Costa D’Avorio, il figlio: “è innocente”

Maurizio Cocco era in videochiamata con la famiglia quando la polizia della Costa D’Avorio, dove l’ingegnere lavora nell’ambito delle costruzioni, lo ha condotto in carcere con l’accusa di traffico internazionale di droga e riciclaggio.

Coinvolte a vario titolo nell’indagine altre 40 persone, finite nel mirino degli investigatori nel corso degli accertamenti.

“Ci sentiamo più tardi che la polizia ha appena bussato alla porta, non so cosa sia successo”. Era la fine del maggio scorso e “quella è stata l’ultima volta che lo abbiamo visto”, racconta al Messaggero Francesco Cocco, 27 anni, il figlio maggiore. 

Negli anni il territorio della Costa d’Avorio è diventato uno degli snodi principali del narcotraffico. Dopo anni di lassismo, il governo di Alassane Ouattara ha dichiarato guerra ai mercanti della droga.

A inguaiare l’ingegnere sarebbero stati stati i rapporti con un imprenditore francese, per il quale il Cocco stava realizzando un albergo. E per questi lavori è stato pagato per una minima parte con gli assegni, per la restante più cospicua in contanti. Va chiarito che in Costa d’ Avorio non ci sono limiti al pagamento cash e che i lavori sono stati tutti fatturati. Inoltre l’ingegnere, per depositare i soldi in banca, ha dovuto dichiararne la provenienza.

Durante l’interrogatorio però l’imprenditore francese, ha negato di aver pagato l’ingegnere in contanti. Tra i due dovrebbe esserci un confronto all’americana che però tarda ad essere fissato. Nel frattempo la carcerazione preventiva è stata estesa di altri sei mesi prima di chiudere l’inchiesta.

“Mio padre si trova in carcere da oltre sei mesi senza prove e senza la possibilità di difendersi. I lavori che ha fatto per conto dell’imprenditore francese sono lì a dimostrare quello che ha fatto” – dichiara Francesco sempre al Messaggero. “Solo il Governo può aiutarci. Spero che l’occasione possa essere la visita del ministro degli Esteri Antonio Tajani a Fiuggi prevista per domani per l’inaugurazione del teatro. Io e mio fratello più piccolo vorremmo incontrarlo. Non sappiamo più a chi chiedere aiuto. Nostra madre deve essere operata con una certa urgenza, ma è ancora bloccata”.

Il sequestro del passaporto

I coniugi Cocco

Oltre alla detenzione del padre, la Costa D’Avorio ha sequestrato anche il passaporto della madre. La signora Assunta Giorgili, moglie di Cocco, si era recata in Costa d’Avorio per assistere il marito subito dopo l’arresto. Nessuna accusa formalmente, ma anch’essa indagata.

Sebbene sia attivo il canale di emergenza della Farnesina, parlare con le autorità locali non è semplice.

 La signora Giorgili a fine novembre ha presentato una nuova istanza per la riconsegna del passaporto e l’ambasciata sta sensibilizzando il locale ministero degli Esteri.

Al momento l’ingegnere si trova recluso in una struttura del carcere riservata a detenuti stranieri e personalità di rilievo della Costa d’Avorio, che garantisce condizioni più decorose rispetto a quelle che il penitenziario offre agli altri detenuti.

Prima di Natale è difficile che ci siano novità, sia della scarcerazione che della riconsegna del passaporto: «Mio padre è una brava persona, è un imprenditore affermato e non aveva bisogno di invischiarsi in loschi traffici».

Morena Di Giulio

Classe 1984, dopo una laurea in Arti e Scienze dello Spettacolo alla Sapienza di Roma, lavora prima come redattrice di cronaca in varie testate locali, per poi approdare nel mondo della radiofonia senza mai mettere da parte il suo grande amore per la lettura e l'editoria. Storica mancata, giocatrice di ruolo, appassionata di viaggi e divoratrice di libri. Nel cassetto dei sogni, fare il giro del mondo.

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