Focolaio IRCCS San Raffaele 31 nuovi casi coronavirus. D’Amato: “Non ci voleva”
Risultano collegabili al focolaio del San Raffaele Pisana 31 casi di cui 9 dipendenti, 2 esterni entrambi famigliari di operatori sanitari e 20 pazienti
“Questo focolaio dell’ IRCCS del San Raffaele non ci voleva”, è il commento amaro dell’assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato.
“Alla data odierna risultano collegabili al focolaio dell‘IRCCS San Raffaele Pisana 31 casi. Tra i nuovi contagi risultano 9 dipendenti, 2 esterni entrambi famigliari di operatori sanitari e 20 pazienti. Dei pazienti infetti 18 sono già stati trasferiti e 2 in via di trasferimento.
Chiusura della struttura alla Pisana
Gli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) sono ospedali di eccellenza che perseguono finalità di ricerca, prevalentemente clinica.
Gli IRCCS effettuano inoltre prestazioni di ricovero e cura di alta specialità o svolgono altre attività aventi i caratteri di eccellenza.
Nel pomeriggio del 5 giugno è stata disposta la chiusura della struttura con cordone sanitario.
La struttura sta dando tutta la collaborazione necessaria alla Asl che nella giornata odierna ha disposto un affiancamento della direzione sanitaria. Ciò per consentire un miglior supporto per il contenimento del focolaio, la gestione dei casi e il loro tracciamento.
Indagine epidemiologica in corso
E’ in corso l’indagine epidemiologica sulle procedure organizzative e i percorsi assistenziali. Identificare una possibile criticità che possa aver agevolato la diffusione del virus tra i reparti a fronte delle misure di prevenzione adottate.
Al momento l’ipotesi più accreditata del caso indice è relativa ad alcuni operatori sanitari, ma si resta in attesa della conclusione dell’indagine epidemiologica.
Si conferma un decesso di un paziente affetto da pluri patologie (parkinson e diabete) positivo al tampone naso-faringeo. Proseguono le attività di test su tutto il personale compresi i consulenti e gli esterni e i pazienti della struttura.
Verranno sottoposti ai test anche i dimessi degli ultimi 14 giorni. Inoltre i dipendenti negativi, che non hanno l’adeguata possibilità di isolamento domiciliare per la sorveglianza sanitaria, verranno invitati a pernottare presso strutture appositamente messe a disposizione.
Si proseguirà con il supporto delle unità mobili USCA-R, oggi sono presenti 6 squadre sul posto, all’effettuazione dei tamponi. Sono stati richiesti all’IRCCS gli elenchi degli accessi a partire dal 1° aprile. Avanzata la richiesta anche del piano presenze di tutti i lavoratori e il registro della rilevazione delle temperature.
E’ stata inoltre disposta un’indagine epidemiologica presso l’European Hospital, struttura di provenienza di alcuni pazienti COVID positivi.
In tutti i reparti deve essere iniziato un periodo di osservazione di tutti i degenti e gli operatori sanitari devono essere sottoposti a tampone periodicamente”. Lo comunica il Commissario straordinario della Asl Roma 3, Giuseppe Quintavalle.
Delusione dell’Assessore D’Amato
“Questo focolaio non ci voleva e tutti i nostri sforzi sono adesso ricondotti alla tutela di pazienti e operatori. Poi faremo tutte le verifiche al completamento dell’indagine epidemiologica. Non bisogna abbassare a guardia lo dico da giorni, va mantenuta alta l’attenzione.
Dal quadro fornito dalla Asl Roma 3 emerge un possibile caso indice tra gli operatori e ci aspettiamo un ulteriore incremento dei casi“. Commenta l’Assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato.(Com/Rel/Dire)