Un antichissimo borgo medievale, che si affaccia sulla Valle Latina, dove scorre il Liri ha il merito di essere il luogo natale di uno dei più grandi interpreti del cinema internazionale ma Mastroianni non ebbe mai parole gentili verso il borgo natio, che gli ricordava tempi bui tra le due guerre.
Il rapporto tra Marcello Mastroianni e Fontana Liri, in provincia di Frosinone, non è mai stato idilliaco. Non si sceglie da chi nascere e dove nascere e quindi ci può stare che il paese natio non sia sempre nel cuore di chi lì è venuto alla luce. Spesso si fa confusione tra Isola del Liri e Fontana Liri, sono due comuni a pochi chilometri di distanza, nei pressi di Arpino, dove nacque Cicerone, il grande oratore della Roma Imperiale e da dove giungevano i genitori di Marcello.
In una trasmissione di Raidue, andata in onda in prima serata il 28 ottobre del 2021, si rendeva omaggio al grande attore scomparso nel 1996 a Parigi, attraverso una specie di autobiografia postuma ma anche con i ricordi e le interviste di colleghi, amici e parenti come Marina Vlady, Jean Sorel, Sandrine Bonnaire, Alessandro Gassmann, e anche la prima figlia Barbara (costumista di cinema e teatro) avuta dal matrimonio con Flora Carabella, con la quale si era sposato nel 1950 e separato nel 1970, ma dalla quale non divorziò mai ufficialmente, restando sempre in contatto.
In quella trasmissione, parlando del paese natio dell’attore, la giornalista si era espressa definendolo “un villaggio del Lazio”. La cosa offese molto la popolazione del “villaggio” che già nel 1924, quando nacque Marcello, era comune, anche se di una provincia, Terre di Campagna, che sarebbe stata soppressa per passare sotto Frosinone e poteva contare su oltre 4mila abitanti, più di quelli che ha adesso. A rincarare la dose di disprezzo per Fontana Liri ha provveduto poi la figlia Barbara, pure cittadina onoraria del paese, scomparsa nell’ottobre del 2018 per una grave malattia. In una vecchia intervista Barbara Mastroianni sosteneva testualmente: “Mio padre del suo paese natio non ne parlava molto, non mi ci ha mai portata una volta. Era combattuto tra sentimenti di malinconia e anche di tristezza. Comunque lui diceva sempre: è un paese di poveracci, mi ricorda la miseria, mi ricorda i problemi economici”.
Naturalezza, ironia e senso della misura erano le inossidabili armi di Marcello Mastroianni.
Per questo non c’è ragione di dubitare di un giudizio così amaro ma che si adatta molto bene al carattere indolente dell’attore. Uno che rifiutava di sentirsi latin lover perché sostanzialmente pigro e pantofolaio, come lui stesso amava definirsi. Anche se prima del matrimonio con Flora Mastroianni aveva avuto una relazione giovanile con Silvana Mangano. Ventidue anni lui, sedici lei. Una delle più belle e ricercate attrici italiane degli anni ’50.
I suoi giudizi però avevano sempre un fondo di scetticismo e di apparentemente saggio senso di realtà. Tipico di certi animi distaccati, che niente li sfiora più di tanto e sembra abbiano già vissuto tutte le vite e conosciuto tutto del mondo, da non restare impressionati mai da nulla. Marcello era così. Niente sembrava sorprenderlo più di tanto e niente pareva interessarlo se non fare cinema alla sua maniera. Che un piccolo borgo della Ciociaria, tra l’altro negli anni ’20, possa aver suscitato in un bambino sentimenti di miseria e di tristezza si può ben capire. Soprattutto in un ricordo distante nel tempo, quando ormai l’attore faceva tutta un’altra vita e viveva in un mondo dorato.
Il sindaco e tutta la cittadinanza, colti nel vivo, però hanno tenuto a ricordare che i “poveracci” di Fontana Liri, da diversi anni guidano, dopo Frosinone e Cassino, la graduatoria provinciale per maggiori redditi pro capite. All’epoca della miseria il paese contava su uno stabilimento militare (la polveriera) che occupava 800 dipendenti ed era il volano di una, dicono, fiorente economia che impiegava anche membri della famiglia Mastroianni, provenienti da Arpino. La mossa se non altro è servita a rivendicare un moto di orgoglio provinciale e a conquistare qualche prima pagina e un po’ d’attenzione da parte della stampa regionale. Le polemiche sono il sale della comunicazione e difendere il proprio paese è, per gli Italiani, come difendere la mamma.
Fontana Liri si trova nella Valle Latina a circa 15 km da Frosinone e 90 da Roma. Oggi conta 3mila abitanti circa, quindi mille in meno dell’anno in cui nacque Marcello e in seguito suo fratello Ruggero, famoso montatore di cinema ma anche Umberto, zio di Marcello, scultore che invece sembra amasse molto quei luoghi dai quali traeva ispirazione per modellare le sue crete, tratte dal fiume Liri.
Non si contano invece le occasioni nelle quali i cittadini di Fontana Liri si sono prodigati nell’omaggiare e glorificare questo figlio diventato famoso nel mondo. A piazza Trento l’artista Umberto Cufrini, come aveva già fatto a Castro dei Volsci per Nino Manfredi, ha voluto realizzare un murales dedicato a Marcello Mastroianni.
In collaborazione con il Centro studi Marcello Mastroianni ogni anno il Comune organizza un premio per gli attori che si sono particolarmente distinti. Una Mostra fotografica, qualche anno fa, ha proposto immagini tratte dalla vita privata e professionale dell’attore provenienti dal Centro Cinema Città di Cesena e dalla Fondazione Cineteca di Bologna.
Marcello Vincenzo Domenico Mastroianni, nacque a Fontana Liri il 26 settembre 1924 ma venne registrato il 28, due giorni dopo. Succedeva spesso in passato, quando ai dati dell’anagrafe si prestava meno attenzione. Il borgo ha una storia antichissima. Le sue origini affondano nella preistoria ma la struttura urbana è chiaramente medievale. Costruito su uno sperone roccioso attorno al castello Succorte, che per i suoi torrioni e le mura meglio si prestava ad essere difeso dagli assalti dei saraceni, viene fatto risalire all’anno 1000.
Sorse così il Castrum Fontanae, o Fontana, dal nome di una sorgente vicina, la Fontana Abballe (a valle) che rappresentava il punto di approvvigionamento di acqua del paese. Il nome Fontana fu mantenuto fino al 1863, anno in cui per motivi di omonimia fu aggiunto il nome Liri, dal fiume che la attraversa.
Il castello, ora in rovina, era a due piani: il piano terra, con annessa prigione, per soldati e servitori, e il primo piano con varie stanze e un salone di rappresentanza, per il castellano e gli ospiti. Si tramanda che abbia soggiornato qui per due mesi, nel 1442, il re di Napoli Alfonso d’Aragona.
Del castello restano gli affreschi quattrocenteschi esposti presso il municipio, raffiguranti l’ Annunciazione dell’Arcangelo, il Cristo dolorante e la Madonna. Tutte le opere di pregio che si trovavano nel castello sono ora conservate dal comune. Attualmente il borgo conserva la struttura originaria e, tranne qualche rifacimento poco adeguato e qualche costruzione in rovina, nell’insieme appare ancora intatto nel suo assetto chiaramente medievale, molto suggestivo. Per tale motivo fu scelto da Nino Manfredi come set per il film Per grazia ricevuta. Curioso come tre grandi del cinema italiano Manfredi, De Sica e Mastroianni siano nati a pochi chilometri l’uno dall’altro, ci potremmo anche aggiungere Gina Lollobrigida che nacque a Subiaco.
Con la costruzione in Fontana Liri del Polverificio militare (oggi Stabilimento Militare “Propellenti”) e con la sua entrata in funzione (1894), la zona del paese ad esso adiacente si sviluppò rapidamente e la frazione, allora denominata Polverificio sul Liri, con Regio Decreto 7 aprile 1930, divenne sede municipale. Nel corso della seconda guerra mondiale il paese subì oltre trenta bombardamenti e le sue abitazioni risultarono distrutte per oltre il 70%. Oggi Fontana Liri ha un volto nuovo e per le sue rilevanti “valenze paesaggistiche, naturali e storiche” è stata classificata Comune “di notevole interesse pubblico”
In fondo Marcello Mastroianni e la sua famiglia a Fontana Liri hanno vissuto pochissimo. Poco dopo la sua nascita si trasferirono prima a Torino, fino all’età di 9 anni e poi a Roma. Dove, prima della guerra, Marcello fa la comparsa in alcuni film di Carmine Gallone e Mario Camerini e anche in uno di Vittorio De Sica.
Si diploma come perito edile e lavora come disegnatore tecnico. Il vero debutto cinematografico avviene nel 1948 con I miserabili, quando comincia a prendere le prime lezioni di recitazione e entra nei cast di alcune opere del neorealismo di Luciano Emmer (Domenica d’agosto) e di Carlo Lizzani con Cronache di poveri amanti nel 1954. Anno in cui incontra per la prima volta la Loren in Peccato che sia una canaglia di Alessandro Blasetti.
L’affermazione della carriera si può dire che prenda il via nel 1958 con I soliti ignoti di Mario Monicelli e via via una serie infinita di successi finché inizia la collaborazione proficua con Federico Fellini e il sodalizio contribuì alla nascita di una serie di capolavori che resteranno nella storia del Cinema Internazionale, da La dolce vita, a 8½, Ginger e Fred, La città dele donne, L’intervista.
Sono altrettanti successi le sue partecipazioni a Il bell’Antonio di Mauro Bolognini, nel 1960 con Claudia Cardinale e Divorzio all’italiana l’anno seguente, di Pietro Germi, con una giovanissima Stefania Sandrelli. Negli anni ’60 ritrova Sophia Loren come partner sotto la direzione di Vittorio de Sica in Ieri, oggi e domani (1963), Matrimonio all’Italiana (1964), i Girasoli (1970).
Negli anni ’70, egli fu l’interprete più amato dagli autori del cinema italiano. Lo ricordiamo come il folle muratore di Dramma della gelosia – tutti i particolari in cronaca (1970) di Ettore Scola; il traditore Imbriani di Allonsanfan (1973) di Paolo e Vittorio Taviani; lo sfuggente don Gaetano di Todo modo (1976) di Elio Petri; il tormentato antifascista omosessuale di Una giornata particolare (1977) di Scola; i personaggi dei film di Marco Ferreri, nel cui particolare umorismo si muove a suo agio, La cagna (1972), La grande abbuffata (1973), Touche pas à la femme blanche (1974) e Ciao maschio (1978).
Con Amanti (1968) incontra Faye Dunaway, con la quale inizia una breve ma intesa storia d’amore. L’incapacità di saper prendere una decisione riguardo alla separazione dalla moglie Flora allontana l’attrice americana e la storia finisce. Ma subito dopo sul set de La cagna conosce Catherine Deneuve. Allora prende la decisione e nel 1972 si trasferisce a Parigi dove dalla relazione con la Deneuve nasce Chiara, oggi attrice anch’essa.
Nel 1988 è protagonista insieme a Massimo Troisi di Splendor e Che ora è, entrambi diretti da Ettore Scola. Nel 1990 vince il Leone d’oro alla carriera. Già dal 1976 conviveva con la regista Anna Maria Tatò, che realizzò Marcello Mastroianni – Mi ricordo, sì, io mi ricordo (1997), una lunga auto-confessione, considerata da molti il suo testamento spirituale.
Marcello Mastroianni muore a Parigi il 19 dicembre 1996, in seguito a un malore dovuto a un tumore del pancreas.
Oltre a quanto già citato, Mastroianni ha vinto anche cinque Globi d’oro e un Ciak d’oro, otto Nastri d’argento, sette David di Donatello e due Coppe Volpi. Fu isignito del titolo di Commendatore al merito della Repubblica italiana, di Grande ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica italiana e di Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana.
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