Il suo ultimo libro, 'Napoleonitano', Giorgio Forattini lo racconta così.
"E' una raccolta di tutte le mie vignette su Giorgio Napolitano, da quando era funzionario del PC e approvò l’invasione dell’Ungheria, ma nulla disse riguardo quella della Cecoslovacchia.
Il libro si conclude con una vignetta che ritrae Napolitano che se ne va sorridendo perché aveva dichiarato pubblicamente che non si sarebbe ricandidato. Pochi giorni dopo l’uscita del mio libro, invece, è iniziato il suo secondo mandato. Quindi riprenderò a raccontarlo con le mie vignette".
Giorgio Forattini, disegnatore e vignettista italiano, alla trasmissione di RadioRadio, 'Un Giorno Speciale', non si è limitato a presentare la sua ultima fatica, ma si è lasciato andare ad un botta e risposta con il conduttore, Francesco Vergovich, e il giornalista Marco Guidi.
FORATTINI SU BERLUSCONI – Primo fra tutti i temi affrontati, quello della recentissima condanna a Berlusconi.
"Disegnerei questo episodio ritraendo Berlusconi con delle ali, per volar via dal carcere", ha dichiarato Forattini.
"Perché è una condanna assurda. Come del resto molte di quelle che caratterizzano oggi la giustizia italiana, nei confronti di molte persone.
Io sono stato perseguitato per alcune vignette, ad esempio. Vorrei una riforma che rendesse giustizia a chi lavora".
FORATTINI SU GIORGIO NAPOLITANO – "Napolitano si è comportato bene. Anche se, secondo me, il fatto di fare governi tecnici di qua iniziativa non è in linea con la Costituzione che lui stesso ha sottoscritto, mi pare che fosse uno dei padri costituenti. Comunque c’è bisogno di dire che ha agito bene, con cautela e sagacia.
Ma non so quanto durerà questo tentativo di governo, la situazione cambia ogni tre secondi. È chiaro che se ci sono dei ministri di due schieramenti che litigano fra loro, non so dove si potrà andare a finire.
Io seguo con le mie vignette ora per ora tutte le vicende, ma se dovessi rappresentare con una sola vignetta cosa succederà, non saprei. Una volta riuscivo a prevedere le mosse dei politici, oggi non si riesce a capire nulla".
FORATTINI SU ANDREOTTI – "Andreotti è un politico sui generis. In qualche modo è anche il padre della politica della Prima e Seconda Repubblica, nel bene e nel male. Perché di sbagli ne ha fatti tanti anche Andreotti.
Ma la satira la apprezzava, era sempre dalla mia parte. Al suo 90esimo compleanno, mentre io lo disegnavo, lui in collegamento disse: “A me, m’ha inventato Forattini”.
Invece, uno come D’Alema mi chiese 3 miliardi di lire, e io fui costretto ad andarmene da La Repubblica. Che, tra l’altro, nemmeno mi difese, e non mi difese nemmeno l’ordine dei giornalisti.
Per fortuna poi arrivò Agnelli che mi fece un contratto per La Stampa".
FORATTINI E LA SINISTRA ITALIANA – Marco Guidi ha reso omaggio alla vignetta pubblicata da Forattini su La Repubblica che ritraeva Berlinguer in pantofole e vestaglia mentre osservava i lavoratori, "suscitando l’ira dello storico Paolo Spriano".
Tanto che, ha ricordato il giornalista, "Spriano scrisse una lettera a La Repubblica in cui ricordava a Forattini la passione bruciante e rivoluzionaria di Berlinguer. Come se fare satira su Berlinguer volesse dire offendere la Madonna Pellegrina".
Lo stesso Guidi, come lui ha rammentato, ha replicato alla lettera dello storico, chiedendosi che fine avesse fatto "il senso dell'umorismo di certi intellettuali organici". Ma la risposta di Guidi, ovviamente, non fu mai pubblicata da La Repubblica.
"E' vero. Io sono un uomo libero, non sono di sinistra". Così ha controbattuto Fiorattini.
"Per questo, spesso, come è successo a molti altri – ha proseguito – sono stato accusato di essere prima fascista, poi qualunquista, poi berlusconiano. Ma io sono un liberale.
Il problema è che la sinistra non ha il senso dell’umorismo, non ce l’ha per programma. Loro ragionano così: "sfotti tutti, ma noi no". Per questo, io, dalla sinistra ho solo ottenuto grane, minacce di querele e processi, e anche processi e querele vere. I guai per me sono venuti sempre da una sola direzione".
Secondo Forattini, i politici querelano l'intenzione della satira politica.
"Io vivo anche a Parigi – ha proseguito – e tutti i miei amici che fanno satira lì, sono allibiti per il fatto che in Italia si possa condannare una vignetta e quindi la satira. Che poi la vignetta è uno sfottò, non un’accusa. Se io dicessi che un tizio è un ladro senza averne le prove, è chiaro che sto diffamando quel tizio. I politici, poi, vengono appoggiati dai giudici, che poi ti condannano. I giudici non pensano al fatto che la satira è al di fuori delle parti. A maggior ragione la mia, visto che io non sono schierato.
Molti miei colleghi per non avere grane quindi si sono schierati, soprattutto a sinistra".
Ma il problema non è solo politico. Il problema è anche giudiziario.
"I giudici – ha incalzato il vignettista – dato che non esiste il reato di satira, condannano utilizzando il Codice Rocco fascista, e appellandosi al reato di diffamazione a mezzo stampa. Perché non esiste un reato di satira nel nostro codice penale, esiste solo quel Codice Rocco, mai cancellato. Quel Codice aveva senso all’epoca del regime: se andavi contro il dittatore venivi condannato, era una dittatura!
Ma oggi no, e loro continuano a condannare usando i parametri di quel Codice".
Sul tema, Marco Guidi sostiene che oggi, tra l’altro, “le cause non sono più penali, ma civili". Il che comporta non solo tempi più lunghi in attesa della sentenza, ma anche richieste di risarcimento assurde.
"In America, ad esempio – ha dichiarato il giornalista – se io querelassi qualcuno per una vignetta innocente chiedendo 2 milioni di dollari di risarcimento, qualora il tribunale dovesse giudicare la causa temeraria, non solo io non otterrei il risarcimento, ma sarei anche costretto a pagare alla giustizia dal doppio al triplo della cifra inizialmente richiesta".
Con l'effetto positivo di evitare querele a scopo intimidatorio nei riguardi di giornali, televisioni, internet, eccetera. Quindi cause di questo tipo in America sono pochissime rispetto a quanto succede in Italia, "dove uno – come sostiene Guidi – una mattina si sveglia, si sente offeso e chiede milioni di euro per danni all’immagine. Poi, forse, chi querela non otterrà mai i soldi, ma per cinque, anche dieci anni, le parti devono andare in tribunale, pagare gli avvocati, e altro ancora".
"E' proprio così". Questa la risposta di Forattini.
"Adesso – ha proseguito – il reato a mezzo stampa è stato portato anche sul civile".
A parlare, per Forattini, c'è anche l'esperienza personale.
"Io sono stato perseguitato anche sul personale – ha detto – mi hanno portato via i figli, e so che i giudici ragionano per partito preso. "Questo non è dalla nostra parte", e allora decidono di non ascoltarti".
"Poi oggi i direttori e gli editori dei giornali – ha concluso – si spaventano per le eventuali querele, a maggior ragione adesso, che l’editoria non naviga in buone acque e le richieste di risarcimento sono davvero ridicole.
I politici, ma non solo, querelano sempre. Soprattutto i politici di sinistra, che in questo modo querelano la libertà e la libertà d’espressione".
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