Formia, Maria Smical badante 63enne travolta e uccisa da un militare americano: gli sviluppi del caso
Il militare, accusato di omicidio stradale aggravato dall’omissione di soccorso, non ha segnalato di aver investito un pedone
Il tragico incidente che ha posto fine alla vita di Maria Smical, sessantatreenne di origine rumena, è avvenuto mercoledì 23 ottobre a Formia (Lt), alle 7 del mattino, un evento che ha sconvolto non solo la sua famiglia, che ora cerca giustizia e chiarezza su quanto accaduto, ma anche la comunità locale, affezionata a Maria per la sua dedizione e gentilezza. La donna, da molti anni residente a Formia e ben integrata, svolgeva con dedizione il lavoro di badante per un anziano della zona.
Quella mattina stava tornando a casa dopo il turno notturno di assistenza quando è stata travolta da un veicolo alla cui guida vi era un militare americano coinvolto in una drammatica sequenza di eventi che ha visto l’auto “impazzita” del militare, lungo la Variante Formia-Garigliano in località Acqualonga, scontrarsi con un’altra vettura e travolgere la badante 63enne, rimasta abbandonata per ore al suo destino.
L’investitore di 42 anni, di origini portoricane, in servizio a bordo della nave Usa “Uss Month Whitney” presso la base Nato di Gaeta, è indagato per omicidio stradale aggravato dall’omissione di soccorso.
L’incolpevole badante era residente da molti anni a Formia (Latina), dove si era ben inserita ed era ben voluta da tutta la comunità.
Secondo quanto riportato dal comunicato di Studio 3A-Valore, la società a cui i familiari della vittima si sono affidati, Maria è stata investita da un’Audi TT guidata dal militare americano, impiegato presso la base Nato di Gaeta. La dinamica dell’incidente, attualmente al vaglio delle autorità, è emersa con maggiore chiarezza in seguito all’autopsia e alle indagini condotte dalla procura di Cassino.
L’ipotesi principale è che il militare, durante una manovra rischiosa, abbia colpito una Fiat 500 L, perdendo il controllo del veicolo e causando un violento impatto con la badante.
L’autopsia, eseguita presso l’ospedale “Santa Scolastica” di Cassino, ha confermato che Maria è morta a causa di gravi politraumi riportati nell’impatto con l’auto e nella successiva caduta. Tuttavia, restano dubbi riguardo al momento esatto della sua morte, poiché i campioni prelevati saranno oggetto di ulteriori esami di laboratorio per stabilire se il decesso sia avvenuto immediatamente o se la donna avrebbe potuto essere soccorsa.
Il militare, accusato di omicidio stradale aggravato dall’omissione di soccorso, non ha segnalato di aver investito un pedone.
Maria Smical quel mattino stava semplicemente camminando a bordo strada per rincasare dopo aver accudito la notte l’anziano che assisteva e ha avuto l’unica colpa di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. Lo statunitense, per una manovra e un sorpasso azzardati, si è scontrato con una Fiat 500 L guidata da una 46enne di Minturno (Lt), in capo alla quale, almeno al momento, il magistrato inquirente non ha ravvisato responsabilità nella tragedia.
E in seguito all’urto l’Audi TT del militare, come impazzita, è piombata e ha falciato la donna sul ciglio della strada scagliandola a decine di metri di distanza all’interno di un terreno adiacente. Quando però i carabinieri, intervenuti per quello che credevano un semplice sinistro tra auto, hanno effettuato i rilievi era ancora buio e non si sono accorti della presenza della sessantatreenne, anche perché l’investitore non ha in alcun modo e colpevolmente riferito loro di aver anche investito un pedone, oltre a non averla soccorsa, di qui la pesante aggravante contestatagli.
I militari hanno fatto la tragica scoperta solo attorno alle 11, dopo che un residente aveva rinvenuto in un fossato vicino e consegnato loro, alle 8.40, la borsetta della vittima, e soprattutto dopo che un’amica e connazionale della sessantatreenne – le due si sentivano abitualmente in video chiamata ogni giorno tra le 8 e le 9 – aveva ripetutamente squillato al cellulare della signora Smical, rimasto nella borsa, e, preoccupata, si era addirittura recata di persona in caserma a Formia. Ma quando i militi sono tornati sul posto e, con la luce del giorno, hanno rinvenuto la badante, per lei non c’era più nulla a fare.
Bisognerà attendere l’esito degli esami di laboratorio sui campioni prelevati per accertare se la morte sia stata istantanea, nel qual caso decadrebbe l’imputazione di omissione di soccorso, o se la vittima invece sia sopravvissuta per un certo periodo di tempo o potesse addirittura essere salvata in caso di tempestivo intervento dei sanitari.
L’incidente avrebbe potuto avere un esito diverso se, al momento dei primi rilievi, fossero state condotte ricerche più approfondite o se l’investitore avesse fornito informazioni precise su quanto accaduto. La vittima è stata trovata solo alle 11, dopo che un residente aveva rinvenuto la borsetta della donna, abbandonata in un fossato vicino alla strada. L’allarme è stato poi confermato dall’amica della vittima, che aveva provato a contattarla senza successo e si era recata preoccupata in caserma a Formia.
La drammatica vicenda solleva molti interrogativi sul senso di responsabilità di chi è stato coinvolto e sulla tempestività delle azioni successive all’incidente. Studio 3A-Valore, a cui si è rivolta la famiglia della donna, intende portare avanti un’azione legale per ottenere giustizia e far luce sulla condotta dell’investitore. Gli esami tecnici sui veicoli coinvolti e le indagini della scientifica, fissate per il 28 ottobre, potrebbero aggiungere elementi cruciali per ricostruire lesatta dinamica dell’accaduto.
Il dolore e il senso di ingiustizia che pervadono i familiari della vittima sono tangibili. La comunità di Formia si unisce ora ai familiari nel chiedere chiarezza e responsabilità per un evento che ha scosso tutti. I figli di Maria, residenti a Londra per motivi di lavoro, attendono ora il nulla osta per la sepoltura della madre, affinché possano dare una giusta collocazione alle spoglie mortali.