Formia, operazione”Piccadilly”: sequestro da 21 milioni di euro
Sequestro da 21 milioni di euro e arresti per riciclaggio transnazionale di denaro: sfruttate società “veicolo” e banche estere
Gli arresti e i sequestri
Questa mattina, l’inchiesta che ha portato all’operazione “Piccadilly”, coordinata dalla procura della Repubblica di Napoli Nord e condotta dal gruppo della guardia di Finanza di Formia, ha eseguito l’ordinanza applicativa di misure cautelari nei confronti dei sei indagati per associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio internazionale.
Tre gli arresti in carcere, sedici gli indagati per intestazione fittizia di beni e concorso in riciclaggio, con un sequestro preventivo del valore di oltre 21 milioni di euro su beni mobili e immobili, quote societarie e conti correnti riconducibili alle persone coinvolte.
Questi i risultati di un’ indagine iniziata nel dicembre 2020: l’accurata ricostruzione, di un meccanismo di riciclaggio transnazionale ideato da due professionisti di Formia e Gaeta che ha permesso negli anni a diversi imprenditori italiani, di riciclare all’estero ingenti somme di denaro.
Il riciclaggio del denaro
La rete di riciclaggio ideata dai due “colletti bianchi” del sud pontino, esperti nel settore della consulenza fiscale e finanziaria, coinvolgeva soggetti economici provenienti dal Regno Unito, dalla Bulgaria, dalla Lituania, dalla Polonia e da Malta.
I due “riciclatori seriali” disponevano di una società londinese di consulenza finanziaria e fornivano un servizio che garantiva l’assoluto anonimato, individuando all’occorrenza soggetti prestanome cui intestare le varie entità giuridiche o i conti bancari.
Il trasferimento all’estero
Con il chiaro intento di ostacolare l’identificazione della provenienza illecita del denaro, venivano sfruttate società “veicolo” e plurimi canali bancari esteri sui quali far confluire i capitali illeciti, che prima di essere depositati erano soggetti a svariati passaggi sui conti correnti riconducibili a società italiane.