Cronaca

Foto hard della prof su siti porno, sono stati gli studenti con l’intelligenza artificiale

Un bot che realizza immagini di nudo tramite intelligenza artificiale. Immagini estremamente accurate inserendo una foto reale. Così nove ragazzini di una scuola media della provincia di Latina hanno pensato di caricare le foto di 5 compagne di classe e della professoressa.

Le foto, modificare e rese hard dall’intelligenza artificiale, sono poi state diffuse sui social e nel caso della professoressa, finite su alcuni siti porno.

Ora sarà la Procura dei Minori di Latina a indagare a fondo sulla vicenda che vede coinvolti almeno i 9 minorenni. L’applicazione, di cui non faremo il nome per evitare sciocche emulazioni, si trova su Telegram piuttosto facilmente e consente di modificare le immagini caricate spogliando il soggetto dei vestiti e creandone una versione perfettamente credibile.

Le immagini hard diffuse via chat

L’ingiustificabile bravata dei 9 adolescenti, si è diffusa poi nelle chat Telegram e WhatsApp. L’indagine è ancora in corso e nel caso della giovane insegnate, il danno subito è estremamente più grave. L’immagine, risulta talmente realistica da essere stata ripresa e utilizzata da due siti pornografici e dunque diffusa su scala molto ampia.

E’ praticamente impossibile controllare o tracciare il percorso e la diffusione che questo tipo di immagini possono avere non solo nel web “ufficiale” ma anche nel fitto sottobosco di applicazioni e gruppi più o meno segreti dove circola materiale di ogni genere.

La professoressa, appena informata della presenza delle sue immagini sui siti web a luci rosse, ha chiesto e ottenuto la rimozione del materiale, ma fino al momento della rimozione sarà difficile capire esattamente quante persone hanno avuto accesso a quelle immagini.

La notizia è commentata sul Messaggero dalla Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza Monica SansoniSpesso i ragazzi ma anche alcuni adulti considerano questi episodi degli scherzi, delle goliardate, invece non è così. Le conseguenze sono gravi e non vanno sottovalutate in nessun modo. Parlo sia delle vittime che degli autori di questi reati, come i ragazzini che hanno usato il bot pensando di giocare con le loro amiche“.

*Foto dal sito “La Magistratura”

Morena Di Giulio

Classe 1984, dopo una laurea in Arti e Scienze dello Spettacolo alla Sapienza di Roma, lavora prima come redattrice di cronaca in varie testate locali, per poi approdare nel mondo della radiofonia senza mai mettere da parte il suo grande amore per la lettura e l'editoria. Storica mancata, giocatrice di ruolo, appassionata di viaggi e divoratrice di libri. Nel cassetto dei sogni, fare il giro del mondo.

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