Avvocato penalista, 57 anni, ex presidente della Croce Rossa Italiana e della Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa: Francesco Rocca, sostenuto dalla coalizione di centrodestra, è il nuovo presidente della Regione Lazio, strappata al centrosinistra dopo 10 anni di governo.
Trionfa l’astensionismo (la percentuale dei votanti è ferma al 37,20% in netto calo rispetto al 66,55 della precedente tornata 2018), ma exit poll e proiezioni danno subito Rocca ben oltre il 50% così, a meno di due ore dall’inizio dello spoglio, la situazione è talmente chiara che lo sfidante del centrosinistra Alessio D’Amato telefona all’avversario complimentandosi con lui e annunciando “una opposizione dura sulle questioni concrete”. Già in pole per il ministero della Salute del governo Meloni, Francesco Rocca, ricopre il ruolo di presidente della Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa e presidente nazionale della Croce Rossa Italiana. Avvocato penalista all’inizio della sua carriera è impegnato in processi importanti, come quello per l’uccisione del ragazzo americano Nicholas Green, in Calabria, vittima ‘per errore’ di una sparatoria. Per la sua attività forense in processi contro organizzazioni mafiose negli anni ’90 per 5 anni è sotto scorta.
Nei primi anni 2000 il suo ‘ingresso’ in sanità, dopo la specializzazione alla Scuola superiore della Pubblica amministrazione, come direttore generale di ospedali. Il primo incarico, affidato dal presidente della Regione Lazio di allora, Francesco Storace, nel 2003 come Commissario straordinario dell’ospedale Sant’Andrea di Roma e poi, fino al 2007, direttore generale dello stesso nosocomio. Nel 2007 viene nominato capo del dipartimento delle operazioni di emergenza della Croce rossa italiana. Dopo altri incarichi dal 2007 al 2010, è componente del consiglio d’indirizzo dell’Istituto nazionale per le Malattie infettive ‘Lazzaro Spallanzani’ di Roma.
Nel 2008, in parallelo con altri incarichi in ospedali italiani, viene scelto per guidare la Croce rossa italiana nella fase commissariale e di riforma. Nel gennaio del 2013 viene eletto presidente nazionale della Cri, incarico rinnovato nel 2020. A novembre del 2017, l’Assemblea generale della Federazione internazionale di Croce rossa e Mezzaluna rossa lo elegge presidente. Tante le missioni coordinate alla guida della Cri, dal conflitto in Georgia nel 2008, ai terremoti in Italia (L’Aquila, Emilia, Italia Centrale), dalle missioni in Siria durante la guerra, al terremoto che ha colpito Haiti o al conflitto armato in Palestina e in particolare nella Striscia di Gaza, fino alla missione in Kenya, durante la gravissima siccità che aveva colpito soprattutto la zona del Turkana.
Negli ultimi anni gioca un ruolo attivo sugli scenari dell’emergenza, da Codogno in piena pandemia Covid, alla guerra in Ucraina. Incarichi di primo piano, anche sul piano internazionale, e una “storia personale” che durante la campagna elettorale Rocca rivendica in più occasioni. E lo fa soprattutto per rispondere a chi lo attacca sulla condanna per droga quando era ragazzo: il messaggio, la sua replica, è che “si può sbagliare da giovani, ma ci si può ricostruire una vita senza alcun limite”.
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