Nuove grane giudiziarie per i fratelli Marco e Gabriele Bianchi condannati all’ergastolo per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte avvenuto nel settembre del 2020 a Colleferro. I giudici della Corte di Assise di Frosinone hanno disposto una condanna a 23 anni per Francesco Belleggia e e 21 anni per Mario Pincarelli.
Come riporta il “Corriere della Sera”, in tempi rapidi e paralleli a quelli del processo per l’uccisione di Willy, i due giovani di Artena sono stati raggiunti da una nuova condanna.
I fatti risalgono agli arresti del dicembre 2020 ottenuti dalla procura di Velletri per un giro di droga e pestaggi verso i debitori, nei quali Marco e Gabriele Bianchi avevano un ruolo cardine, fondamentale.
Dopo l’iniziale condanna a cinque anni e quattro mesi di reclusione, ridotta in Appello a quattro anni e mezzo, i Bianchi attendono ora che venga fissata la data della Cassazione che renderà definitiva la sentenza.
L’ordinanza di arresto aveva raggiunto Marco e Gabriele mentre erano già rinchiusi in carcere per la morte del 21enne Willy di Paliano.
Il gruppo di cui facevano parte i Bianchi e i loro amici era attivo nello spaccio di droga, soprattutto cocaina, nell’area di Velletri, Lariano, Artena e dintorni.
I Bianchi in prima persona erano responsabili di minacce e pestaggi per riscuotere i pagamenti in ritardo, debiti di droga – riferisce il “Corriere della Sera” – alimentando volutamente la fama di picchiatori che li accompagnava in tutto il territorio al confine tra Roma e Frosinone.
Le intercettazioni telefoniche hanno portato alla luce un episodio in cui rimase coinvolto in un pestaggio un 20enne, malmenato per un debito di poche decine di euro, il gruppo di pusher gli intimava di non denunciare: “Sei un infame tu e tuo padre, siete solo dei pezzi di merda… Avete torto marcio e andate pure a fa la denuncia, infami… morti de fame”, così le parole con cui il gruppo di spacciatori avevano minacciato il ragazzo 20enne.
Il Gip ha firmato gli arresti, ravvisando che, “per le specifiche modalità e circostanze dei fatti, abituali e reiterati nel tempo, e per la loro gravità, si ritiene sussistente il concreto ed attuale pericolo che gli indagati perseverino in altre azioni delittuose e condotte analoghe a quelle contestate” e che a suo giudizio quei pestaggi apparivano “chiaramente indicativi di una spiccata e sistematica capacità delinquenziale”.
Questo precedente ha avuto un peso anche sulla decisione di infliggere solo ai due Bianchi e non anche ai loro coimputati, l’ergastolo per l’omicidio di Willy.
In attesa del deposito delle motivazioni della sentenza di primo grado (la condanna all’ergastolo), i fratelli di Artena hanno intanto dovuto cambiare avvocato, dopo la rinuncia per diversità di vedute con il legale che li ha seguiti fino alla sentenza, cioè Massimiliano Pica, scrive il “Corriere della Sera”. Per preparare l’appello hanno nominato loro difensori tre avvocati del foro di Roma.
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