Il sindaco di Frosinone, Nicola Ottaviani risponde alle nostre domande sull’andamento dei contagi nel capoluogo ciociaro e Provincia. I provvedimenti presi per non diffondere il virus nelle scuole, l’arrivo del picco e la raccomandazione a stringere i denti per le prossime due settimane.
La situazione Covid a Frosinone non è diversa rispetto ad altre città medio grandi che non sono state investite direttamente dall’indice Rt alto. Siamo una città che viene quotidianamente attraversata, a causa di una forte mobilità d’ingresso, dai cittadini di altre zone che hanno invece un indice Rt alto. E’ il motivo per il quale ho dovuto chiedere al presidente Zingaretti una sorta di integrazione dell’ordinanza che lui aveva emesso. Perché nello stesso momento in cui tutta la Provincia diventa zona arancione, e alcuni alcuni Comuni della Provincia sono in zona rossa, viene vietata la didattica in presenza nei Comuni in zona rossa, ma non viene vietata la didattica di mobilità da quelli e altri Comuni verso il capoluogo.
E a quel punto che cosa stava per succedere? Il capoluogo stava per prendere la sommatoria dell’indice Rt degli altri Comuni. Siamo intervenuti bloccando tutto e chiedendo ai Presidi, ai dirigenti scolastici, che sono stati subito molto sensibili, di introdurre la didattica a distanza anche per le scuole medie inferiori, per le elementari e per le scuole materne, lasciando fuori solo gli asili nido. In questo modo abbiamo evitato che migliaia di persone entrassero quotidianamente in città a Frosinone da fuori. Portando con sé possibili e gravi rischi di contagio.
Per quanto riguarda il resto della Provincia c’è un aumento tra il 30 e il 40% dei casi di positività rispetto alle settimane precedenti. I due ospedali dedicati al Covid sono l’ospedale di Frosinone da una parte e quello di Cassino dall’altra. E anche se le terapie intensive sono al limite, allo stato attuale stanno tenendo. E’ chiaro che se ci dovesse essere un ulteriore aumento dell’indice Rt o picchi di contagi, dovremmo chiedere aiuto agli ospedali romani o addirittura fuori regione.
Problemi di movida selvaggia e assembramenti non ci sono mai stati da noi. Secondo i dati che abbiamo, la diffusione del virus è legata quasi esclusivamente a cluster familiari. E successivamente attorno a questi cluster familiari sono nati piccoli e disseminati focolai all’interno delle scuole. Già dalla prima e seconda settimana di febbraio le scuole in realtà sono andate quasi tutte non in didattica a distanza completa e per classi. Quindi in pratica che cosa è avvenuto? Fino ad ora per evitare di chiudere una scuola intera si mandava in Dad solo la classe nella quale veniva riscontrato il positivo.
Questo però non è stato più sufficiente perché ci siamo resi conto che in alcune scuole oltre la metà delle classi erano chiuse per casi di ragazzi positivi al Covid. Ma il ragazzo positivo si sposta, va al bagno, fa ricreazione, compra la merendina fuori dalla propria classe. Insomma incontra altri ragazzi di altre classi. Per un principio di precauzione che si applica soprattutto nel Diritto ambientale, abbiamo deciso di evitare che l’innalzamento dell’indice Rt diventasse talmente problematico da non essere più fronteggiabile. Più che rincorrere i problemi dobbiamo trovare le soluzioni. Era necessario adottare un provvedimento preventivo e predittivo e cioè il blocco dell’attività scolastica in presenza.
I medici hanno intanto tutti risposto immediatamente alla chiamata per vaccinarsi e subito dopo si sono messi a disposizione per vaccinare. Ma il problema è che i vaccini non ci sono. Dalla Regione ci hanno fatto sapere che per fine mese le dosi dedicate a Frosinone e Provincia dovrebbero aumentare.
Ecco, in ordine alle previsioni faccio una raccomandazione da sindaco del capoluogo che è nella direzione di stringere i denti per queste prossime settimane. Dai calcoli che abbiamo fatto e dalle indicazioni che provengono dagli ambienti scientifici, viene fuori che allo stato attuale, il picco dei contagi potrebbe esserci tra la seconda e terza settimana di marzo.
Nel momento in cui dovessimo riuscire a superare il picco, allora tra i vaccini che arrivano, l’effetto positivo del mini lockdown che stiamo portando avanti, i raggi del sole che a primavera aiutano, come è successo nello scorso anno, a quel punto potremmo dire, a fine marzo, di vedere una luce concreta alla fine del tunnel. Ecco perché dobbiamo fare gli ultimi sacrifici veri, da qui alla fine di marzo. Quindi raccomando alle famiglie, agli studenti, a tutti coloro che stanno mordendo il freno e sono in sofferenza: guardate, abbiamo fatto tanto in quest’anno ormai trascorso, non buttiamo all’aria tutto e teniamo duro per queste ultime tre settimane. Dopodiché dovrebbe iniziare la discesa.
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