Frosinone, oltre 300 case popolari occupate nella provincia
Negli ultimi sei mesi sono stati recuperati 57 alloggi, per 12 si è in attesa che il Comune indichi i nominativi in graduatoria
In tutta la provincia di Frosinone sono oltre 300 le case popolari abusivamente occupate, solo nella città di Frosinone ce ne sono 136. Un dato allarmante sull’emergenza abitativa che affligge tutta la nazione.
La metà degli alloggi occupati si trova a Frosinone, come detto, altri 67 alloggi sono a Cassino, 37 a Ceccano, 25 a Ferentino, 6 a Piedimonte San Germano. Questo ciò che emerge dall’ultimo censimento condotto dall’Ater, ma i numeri sono sicuramente maggiori perché agli uffici dell’azienda, che gestisce l’edilizia pubblica arrivano, segnalazioni ogni quasi quotidiane. Rientrare in possesso dell’alloggio occupato non è facile. Spesso durante lo sfratto, che segue iter giudiziari bliblici, non di rado avvengono episodi di aggressione o distruzione dell’abitazione che si è costretti a lasciare.
Alloggi occupati con minori o persone malate
L’iter per accertare l’occupazione non è rapido: di solito il percorso prevede sopralluoghi, denunce, decreti, nuovi sopralluoghi e infine il decreto di sfratto. Ma non sempre è eseguibile; spesso all’interno ci sono minori o persone malate. E in questi casi l’alloggio, seppure occupato senza titolo, non può essere liberato.
Il paradosso degli arresti domiciliari
Supponiamo che non ci siano minori e che l’appartamento non sia distrutto dall’occupante, esiste un altro intoppo cui non si riesce a far fronte per liberare l casa. Accade, infatti, che i negli alloggi occupati abusivamente vengano concessi persino gli arresti domiciliari. E questo, paradossalmente, da diritto all’occupante abusivo di restare nell’alloggio.
I costi per il recupero dell’immobile sono considerevoli, le spese di riparazione dei danneggiamenti esorbitanti ma il buco nelle casse di Ater è altrettanto alto ovviamente: quando gli abusivi restano dentro chi si è appropriato illegalmente degli alloggi, non paga nemmeno il canone.
Le contromisure
All’Ater risultano canoni non pagati per 191 mila euro. Una somma considerevole e che non potrà che crescere finché non si entra in possesso della casa occupata. Ater sta lavorando in sinergia con la Prefettura, inviando ogni mese l’elenco delle abitazioni in cui sono previsti rilasci affinché si possa effettuare lo sfratto con le forze dell’ordine.
Negli ultimi sei mesi, sono stati recuperati 57 alloggi, di cui 46 con procedure ordinarie: per 12 si è in attesa che il Comune indichi i nominativi degli aventi diritto in base alle graduatorie; 3 non sono assegnabili per condizioni in cui versano. Undici alloggi sono stati recuperati con l’impiego di carabinieri e polizia, ma non sono assegnabili perché sotto sequestro o distrutti.