Cronaca

Frosinone, sequestri per oltre un milione di euro a una famiglia di “nullatenenti”

È di queste ore la notizia che la Polizia di Stato, con l’impiego degli investigatori del Servizio Centrale Anticrimine e della Divisione Anticrimine della Questura di Frosinone, unitamente al personale della locale Squadra Mobile, ha effettuato un maxi sequestro , ai sensi della normativa antimafia, su ordine del Tribunale – Sezione Misure di Prevenzione di Roma, su proposta formulata dal Questore della provincia di Frosinone.

Sono undici i destinatari del maxi sequestro di beni e immobili, tutti appartenenti due famiglie di origini straniera ma da tempo radicate nel territorio del frusinate. Il valore preventivamente stimato dei beni posti a sigillo è superiore ad 1 milione di euro riconducibili a 11 proposti, facenti parte di due nuclei familiari “Sinti” , residenti nel sorano.

Dalle indagini delle forze dell’ordine è emerso come queste persone avessero accumulato, nel corso del tempo, un patrimonio non proporzionato alle loro capacità reddituali, mediante l’impiego dei proventi delle attività delittuose legate al traffico di sostanze stupefacenti, all’usura e all’estorsione.

Usura, estorsione e spaccio: così avevano costruito un impero

I soggetti sono tutti sottoposti a misure di custodia cautelare eseguite per i reati di usura, estorsione e spaccio di sostanze stupefacenti, nell’ambito dell’operazione denominata “Ultima Corsa” del 14 settembre 2022, portata a termine dalla Squadra Mobile di Frosinone.

Un’indagine durata due anni durante la quale si è potuto accertare che la quasi totalità dei destinatari delle misure cautelari non svolgevano alcuna attività lavorativa regolare e che addirittura cinque di essi percepivano indebitamente il reddito di cittadinanza.

Un ingente patrimonio frutto di attività di spaccio di sostanze stupefacenti e usura, che li rendevano soggetti ad alta pericolosità sociale e appartenenti ad affiliazioni criminali.

I destinatari dei sequestri appartengono alla famiglia di origine “rom” De Silvio, proveniente dall’Abruzzo e stanziatasi nel territorio sorano alla fine degli anni 60. Col passare degli anni, l’originario nucleo familiare si è ingrandito, radicandosi nel tessuto sociale della cittadina e dando vita a nuove famiglie, tutte affiliate a quella di origine, che oggi conta all’incirca 75 persone con il medesimo cognome.

Sfoggio di denaro e beni preziosi, ma poi prendevano il reddito di cittadinanza

Dalle indagini svolte è emerso che queste persone hanno accumulato nel tempo grandi ricchezze, senza aver mai esercitato alcuna attività lavorativa regolare, risorse economiche che hanno consentito di costruire ville e manufatti ricadenti nel comune di Sora, alcuni dei quali realizzati abusivamente.

La maggior parte dei soggetti, pur essendo nullatenenti per lo Stato, davano però ben sfoggio di orologi di grande valore, preziosi, macchine di lusso, le cui acquisizioni erano il provento della commissione dei reati, da loro perpetrati.

Grande clamore mediatico avevano suscitato le immagini, diffuse sui canali social, delle corse clandestine di cavalli, avvenute per le strade deserte della città di Sora nel pieno del lockdown, circostanza che ha confermato come la famiglia “rom” De Silvio traesse vantaggi anche dalle corse clandestine e dalle conseguenti scommesse, oltre che  dalla commissione dei reati per i quali si è proceduto all’emissione delle misure cautelari.

Le operazioni, tuttora in corso, hanno portato al sequestro di 15 immobili, tra cui ville, rimesse e  terreni, 5 autovetture di varie marche e modelli, tra cui BMW e Mercedes, 2 autocarri utilizzati per il trasporto di animali, 20 capi di bestiame, tra cavalli e bovini, 2 locali adibiti a stalle, numerosi conti correnti, oltre a  preziosi, denaro contante e gioielli. Solo una volta ultimate tutte le operazioni e inventariati i beni in sequestro si potrà dare una stima definitiva del loro effettivo valore, che può comunque essere stimato notevolmente superiore al milione di euro.

Redazione

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