Anticipando addirittura il provvedimento del Ministero della Salute che ha dichiarato il Lazio “zona rossa” dal 15 marzo 2021, il Dirigente dell’Unep di Roma, importante ufficio che presiede alle notificazioni degli atti giudiziari civili e alle esecuzioni civili (pignoramenti, sfratti ecc.), ha di fatto chiuso i battenti al pubblico e agli avvocati.
Con una scarna dichiarazione giustificata dall’incremento dei casi di Covid 19 nella regione Lazio, il Dirigente Unep Fabrizio Marcocci ha comunicato che l’ufficio dal 15.3.2021 accetta solo gli atti la cui notifica scade il giorno stesso in cui viene richiesta (c.d. ultimo giorno) o quelli in scadenza nelle 24 ore successive.
Il provvedimento ha conseguenze nefaste per tutta la categoria degli operatori di giustizia (in particolare, gli avvocati e coloro che svolgono attività di servizi giudiziari), che vedono di fatto bloccata gran parte della propria attività con conseguente ingente danno economico.
Per altro verso, l’iniziativa del dirigente dell’Unep appare in contrasto con quello che succede per le attività di altri operatori di giustizia (quali i cancellieri, i coadiutori, gli avvocati e i giudici), che continuano invece a lavorare regolarmente e ad assicurare, con tutte le opportune cautele, il funzionamento della macchina giustizia.
E’ lecito chiedersi a questo punto il motivo per cui i dipendenti Unep debbano essere considerati una categoria protetta e al di sopra di altri impiegati che svolgono mansioni analoghe nello stesso settore.
Non solo. Alcuni dipendenti di Poste Italiane (i postini, per intenderci) svolgono esattamente le stesse funzioni dei dipendenti Unep provvedendo alle notifiche postali degli atti giudiziari. Quindi non si capisce il motivo di una tale disparità di trattamento per situazioni, di fatto, identiche.
Il presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma, Avv. Galletti ha invitato il Presidente della Corte di Appello (da cui dipende l’Unep) a ripensare il provvedimento contestato. Anche per evitare che qualcuno possa pensare maliziosamente ad un utilizzo strumentale della motivazione Covid 19 per alleggerire il proprio carico di lavoro.
Apprezziamo il giro di parole che la carica istituzionale impone al primo rappresentante degli avvocati Roma. Ma molti avvocati romani pensano che il Covid 19 sia solo un pretesto.
Avv. Paolo Cotronei
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