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Garcia buona la prima

E’ il giorno di Rudi Garcia, l’allenatore della Roma si presenta alla stampa della capitale mostrando subito le sue qualità.
Uomo deciso e puntiglioso, che pare aver capito subito cosa ci voglia per far rigare dritto la squadra.
Regole precise, unione di intenti ed entusiasmo. Ha mandato un sms a tutta la rosa per avvertire, prima che lo facessero i giornali, che lui è il nuovo allenatore.

Sostiene di voler parlare con tutti perché è con tutti che si ottengono i risultati.

Totti sarà importante, sia dentro che fuori dal campo, De Rossi è un nazionale.
Si sbilancia poco anche sul mercato, ma fa capire le sue idee per il ruolo del portiere.

Ecco per intero la conferenza stampa .

Italo Zanzi introduce la conferenza stampa

"Siamo fieri di presentare il nostro allenatore Rudi Garcia. Come avete visto abbiamo avuto modo di annunciarlo alla presenza del presidente Pallotta a New York, ma per noi è molto importante presentarlo uffialmente qui a Roma. Dal punto di vista societario siamo convinti che Rudi sia il meglio per la Roma. E' un vincente, con tutte le qualità necessarie per avere successo. Stiamo lavorando intensamente per pianificare la prossima stagione e non vediamo l'ora di darvi qualche informazione in più. Ma oggi è la giornata di Rudi Garcia e lascio la parola a lui".
Ecco le domande poste a Rudi Garcia:
Qual è l'impatto con Roma città e con l'ambiente qui a Trigoria?
" La città la conosco, è ricca di storia. Per quanto riguarda il club lo sto scoprendo, tutto il mondo lo conosce e ora che sono qua ne ho contatto diretto".

Che ruolo avranno Totti e De Rossi nella sua Roma?

"Vedrete nel corso della stagione che io do molta importanza alla squadra. Ci vogliono giocatori di talento e fortunatamente la Roma ne ha. Avranno un ruolo fondamentale sia dentro che fuori dal campo. De Rossi è un grande giocatore, un giocatore della Nazionale quindi ho tanta voglia di incontrarlo. E di incontrare tutti i giocatori".
E' preoccupato per il ruolo del portiere?
"Per una grande squadra ci vuole un portiere molto forte, quindi lavoriamo con il DS Sabatini per cercare un portiere affidabile".

Cosa teme della Roma? Cosa si sente Cdi dire a De Rossi alla luce delle sue parole?

"Non ho paura di niente. Sono qui per vincere con la squadra, che si diverta giocando e faccia divertire i propri tifosi. Ho inviato un sms ai giocatori per comunicargli che sono il nuovo allenatore e che ho voglia di parlare con loro individualmente per dirgli che lavoreremo duro".
Come è avvenuto il contatto della Roma? Ha mai avuto dei dubbi?
"Sono in contatto con la Roma da due anni, siamo in un club tra i più grandi d'Europa e per me è fonte di onore essere qui. La cosa più importante non è essere la prima scelta di una squadra ma essere poi l'allenatore e imporsi".

Perché ha scelto la Roma dopo aver fatto grandi cose con il Lille?
"Nelle cinque stagioni con il Lille abbiamo conquistato campionato e coppa. L'unico rimpianto è non essere riuscito a salutare i tifosi dopo l'ultima partita. ma quando la Roma ti propone di venire non si può esitare".
All'interno dell'organico ci sono giocatori a cui non vuole rinunciare?
"Io penso che la Roma abbia un rosa di qualità. E' vero che c'è sempre bisogno di migliorare, l'obiettivo è tornare in Europa e tutti sono a disposizione, ma devo conoscerli. Ho voglia di averli tutti con me e quindi poi di migliorare la rosa".

Si parla di una possibile cessione di Osvaldo. Si opporrebbe a una sua partenza?

"Non parliamo di giocatori singolarmente, stiamo parlando con il direttore Sabatini sulla faccia della Roma 2013/2014".
Si limiterà ad allenatore giocatori che le consegnerà la società o ha avanzato richieste specifiche? De Rossi è incedibile o può farne a meno?
"Su Daniele De Rossi abbiamo già risposto quindi non è il caso di tornarci su. Rispondo la stessa cosa che ho detto di Osvaldo: parleremo con il DS e decideremo. Lavoriamo con Sabatini che conosce bene il mercato italiano e tutte le decisioni saranno prese insieme. Nessuno viene a Roma senza il mio assenso".

Pensa di dover modificare il suo gioco in base a quello delle squadre italiane? Come mai le sue squadre in Francia partono lente e arrivano forte?

"Questo è dovuto a come lavoro con il mio staff. Le mie squadre sono un po' un diesel, però almeno 4 volte su 5 ci ha detto bene: abbiamo vinto il campionato e ci siamo qualificati per l'Europa, è un nostro marchio di fabbrica. La mia filosofia di gioco non cambierà. Penso che se si gioca bene ci sono più possibilità di vincere. Per fare bene bisogna fare un gol in più dell'avversario ma essere attenti nel reparto difensivo".
In caso di partenza sbagliata ha paura dell'eccessiva pressione?
"L'importante è ritrovare l'Europa. Il campionato è una maratona, poi quest'anno non avendo le coppe europee non giocheremo ogni tre giorni. vedremo poi alla fine il nostro piazzamento, è quello l'importante".

Non le sembra di essere arrivato in un campionato in declino?

"Si parla molto del campionato francese soprattutto in virtù del PSG, che può spendere molti soldi. Anche il Monaco adesso. Il campionato italiano rimane un grande campionato con grandi squadre, come la Roma".
Si è fatto un'idea dall'esterno di quale sia stato il problema di questa squadra negli ultimi due anni? Dove può intervenire?
"Non mi importa del passato. Mi importa del presente e di vincere con la Roma".

Lei imporrà delle regole dal punto di vista disciplinare?

"Per vivere in gruppo e in collettività ci vogliono delle regole, come in casa. Ci saranno, e sarò io la guida del gruppo e dell'As Roma".
La dirigenza le ha chiesto di vincere in tempi brevi? De Rossi ha bisogno di un regista per giocare al meglio?
"Un club come la Roma deve vincere. Sono contento di essere qui proprio per questa voglia di vincere. L'importante è che ci lasciate lavorare, c'è bisogno di tempo come abbiamo visto in club con risorse importanti. Tutti hanno voglia di vincere titoli qua, voi no? Su De Rossi datemi il tempo di incontrarlo, la verità verrà a capo. Daniele è un giocatore di grande talento, datemi il tempo di riflettere con tutta la rosa a disposizione".

Quali metodi di allenamento adotterà?

"Sto lavorando sulla composizione del mio staff tecnico. Quello che è sicuro è che ci saranno preparatori italiani e francesi che lavoreranno molto bene insieme. Io so allenare la mia squadra, so prepararla, so che ci sono già degli appuntamenti previsti come il ritiro a Riscone e la tournée negli Stati Uniti. Lasciatemi vivere e lavorare con i giocatori. Giudicatemi soltanto dai risultati".
Non le sembra di essere una soluzione di ripiego?
"Penso di aver già risposto a questa domanda. La cosa più importante non è essere il primo dei primi, ma essere qua. E ottenere il massimo dalla squadra".

Ha avuto la sensazione di ripartire da zero? E' consapevole di essere una scommessa e di non avere il tempo dalla sua parte?

"Il tempo nel calcio non c'è mai, è così un po' in tutti i club. E' un club che una storia e che lavora bene da anni con persone competenti. Abbiamo la fortuna di avere una proprietà ambiziosa, così come il nuovo coach della Roma".
Non ci sono stati molti allenatori francesi in Italia. Che effetto le fa questa cosa?
"Herrera ha già allenato in Serie A, ma io ho l'impressione di essere il primo francese in Italia. E' un po' il riconoscimento della federazione Francese e che i loro allenatori possono essere esportati. Poi ci vedremo presto a Lille, probabilmente venerdì, dove dirò di più sulla mia vecchia squadra".

Come pensa di operare? Adotterà il pugno duro?

"Ognuno ha la propria maniera di lavorare. Ma non preoccupatevi del fatto che ci sarà bisogno di lavorare duro per ottenere risultati, per me è così. L'unica verità viene dal campo, la Roma deve essere un collettivo".
Come si sente davanti a tutti questi giornalisti e fotografi?
"Sembra più la conferenza stampa di un pre-partita di una gara importante".
Che cosa porterà dell'animo impressionista francese alla Roma?
"Non bisogna dare un'anima alla Roma, ne ha già una. La cosa importante è che la mia squadra ottenga qualcosa e che giochi per la felicità dei tifosi. Che vinca qualcosa".

Se dovesse scegliere un aggettivo per descriversi, quale sceglierebbe?
"In una parola? Ambizioso".

Quando ha parlato di Europa, parla di qualificazione alla Champions come obiettivo minimo?
"L'obiettivo è più che altro di gioco. Più giochiamo bene e più vinciamo. L'obiettivo è l'Europa, se sarà dalla porta principale meglio ancora".

Buona la prima insomma, ora sta alla società colmare le lacune della squadra e mettere a disposizione del Mister una rosa degna dei suoi tifosi.

Redazione

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